La mappa dei nuovi del PD
Da Civati a Zingaretti, sul Foglio Claudio Cerasa li spiega tutti
Claudio Cerasa spiega sul Foglio chi sono i volti più o meno giovani del Pd che negli ultimi mesi sono emersi come portavoce della richiesta di ricambio generazionale.
Così come nel mondo del calcio capita sempre che si scateni il putiferio quando gli allenatori tentano per la prima volta di mettere da parte i giocatori più esperti e inevitabilmente più usurati per sostituirli con quelli più giovani e inevitabilmente meno logorati, allo stesso modo nella politica succede sempre che a un certo punto della storia arriva un momento in cui i volti più esperti e i leader più rodati si sentano improvvisamente, clamorosamente e drammaticamente minacciati da tutti i più o meno fenomenali ragazzacci delle nuove generazioni che a poco a poco si fanno spazio tra i vivai, le giovanili e le primavere dei vari partiti politici.
All’inizio succede sempre che i giocatori che si ritrovano vittime di questo efferatissimo processo (che qualcuno con eleganza rinominerebbe “rotazione”, o magari “sostituzione”, e che qualcun altro con maggiore genuinità e con minor senso diplomatico definirebbe senz’altro adottando una terminologia più spietata, tipo “rottamazione”) facciano molto baccano, rivendicando la propria inestimabile esperienza, reclamando rispetto per il loro ruolo di bandiera e minacciando l’allenatore di essere pronti a fare altrove chissà quali grandi sfracelli. Poi, se le cose vanno bene, le vecchie glorie decidono spontaneamente di farsi da parte, accettando di fare il famoso “passo indietro” in nome del bene supremo della loro amata squadra; se invece le cose vanno male, le giovani promesse tornano a recitare la parte di formidabili promesse e le vecchie glorie tornano semplicemente a recitare la parte delle grandi glorie. Facile, no? Bene: per arrivare ai nostri giorni, e ancorarci un minimo alla realtà, possiamo dire che nel mondo del calcio chi si ritrova nello spiacevole ruolo di grande bandiera finita rovinosamente vittima di questo processo letale è senza dubbio il Capitano della Roma, Francesco Totti. Mentre per quanto riguarda il mondo della politica, beh, se c’è qualcuno che rischia di venire travolto dallo stesso inarrestabile vortice con cui sta facendo i conti il numero dieci giallorosso quel qualcuno è senz’altro rappresentato dal famoso gruppone di espertissimi “dirigggenti-con-cui-non-vinceremo-mai”, contro cui tempo fa già si scagliò Nanni Moretti nella memorabile invettiva piazzanavonesca e contro cui da qualche tempo si sta iniziando a muovere quella che potremmo definire la primavera democratica del centrosinistra italiano. Per chi non lo avesse ancora capito, stiamo parlando di tutti quei volti più o meno giovani del Pd che da diversi mesi sembra abbiano trovato gli stimoli giusti per dare voce alla famosa richiesta di “ricambio generazionale”. C’è chi lo fa in modo più diretto, chi in modo più sottile, chi in modo più timido, chi in modo più timoroso e chi invece il concetto lo esprime ormai da tempo “senza mezzi termini”, come si dice sempre in questi casi; e magari servendosi di una sola semplice parola: “Fuo-ri!”.