In che mani è il Belgio
Una nuova "giornata cruciale" per il governo che manca da 450 giorni: ecco gli otto politici che ne sono protagonisti
Il Belgio si trova ormai quasi proverbialmente senza un governo (siamo a 450 giorni) a causa della crisi che si è aperta nel paese dopo le elezioni di metà giugno 2010. I partiti vincitori infatti non sono riusciti a trovare un accordo sulla formazione di una maggioranza. Nel nord hanno vinto gli autonomisti della Nuova Alleanza Fiamminga (N-VA) di Bart De Wever, mentre il sud ha visto l’affermazione dei francofoni del Partito socialista (PS) guidato da Elio Di Rupo. I risultati hanno sintetizzato la crisi politica che da anni colpisce il Belgio, diviso nettamente tra nord e sud dal punto di vista culturale, linguistico ed economico: le due comunità hanno giornali, televisioni e partiti diversi, e molti fiamminghi ritengono che la parte francese, più povera, sia un ostacolo per il loro sviluppo economico.
Re Alberto II ha assegnato a diverse figure il compito di uscire dalla crisi, ma finora nessuna ha avuto successo. L’ultimo della lista è Elio Di Rupo che dopo un primo fallimento esplorativo è stato di nuovo nominato formateur dal re a luglio 2011, con il compito di aprire i negoziati per formare una coalizione di governo. La proposta di Di Rupo sembra avere qualche possibilità di successo maggiore rispetto a quelle avanzate in passato. Una importante riunione è in corso oggi, martedì 6 settembre, e coinvolge otto partiti lasciando fuori i fiamminghi del N-VA accusati di boicottare qualunque tentativo, ma coinvolgendo invece un’altra delle principali forze del centrodestra, il Partito cristiano democratico fiammingo (CD&V). Il CD&V, che in precedenza aveva detto che non sarebbe mai entrato a far parte di un governo senza il N-VA, ha cambiato posizione lasciando al momento all’opposizione di un progetto di coalizione solo il N-VA e il Vlaams Belang, il partito populista e nazionalista di Filip De Winter. La formazione del governo appare ancora lontana, ma il grande passo avanti è stato quello di definire almeno gli interlocutori disposti a scendere a un compromesso, soprattutto sulla controversa questione del distretto elettorale bruxellese. Il quotidiano belga le Soir ironizza sull’ennesima “giornata cruciale e decisiva” ma spiega chi sono i protagonisti, quali sono i risultati che ognuno di loro vuole portare a casa e su quali punti ognuno è disposto a cedere.
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Nella foto: Gli otto negoziatori insieme al vice-primo ministro Laurette Onkelinx (la seconda a sinistra) e l’assistente di Elio di Rupo, Anne Poutrain (alla destra di di Rupo) (BENOIT DOPPAGNE/AFP/Getty Images)