Le proteste in Israele per il carovita
Durano da più di sette settimane e per questa sera è prevista la "marcia di un milione di persone" a Tel Aviv
Le proteste in Israele contro l’aumento del costo della vita cercano nuova visibilità e un nuovo rilancio dopo oltre sette settimane dal loro inizio. Questa sera, intorno alle 21 ora locale, si terrà a Tel Aviv una nuova manifestazione, pubblicizzata come “la marcia di un milione di persone”, che sarà una verifica del sostegno alle proteste da parte della popolazione. L’evento finale, nella grande piazza dello Stato (Kikar Hamedina) progettata dal celebre architetto Oscar Niemeyer, vedrà la partecipazione di diversi musicisti, intellettuali e personalità televisive. Manifestazioni minori sono previste in altre città del paese, inclusa Gerusalemme.
Le proteste sono iniziate con un accampamento di tende, sull’esempio degli indignados spagnoli, lungo l’importante Boulevard Rotschild di Tel Aviv, e da lì si sono diffuse in tutto il paese. Sono motivate dall’aumento del costo degli affitti e delle spese per l’educazione, e hanno trovato molto sostegno tra la classe media israeliana. La manifestazione nazionale con maggiore affluenza, avvenuta il 6 agosto, ha visto la partecipazione di circa 300.000 persone in tutto il paese.
Nell’ultimo mese, però, la partecipazione è scesa di molto e altri avvenimenti importanti hanno ottenuto l’attenzione maggiore sui mezzi di informazione israeliani, come le difficoltà con l’Egitto dopo gli attentati della fine di agosto e la crisi dei rapporti diplomatici con la Turchia dopo il rapporto ONU sulla vicenda della Mavi Marmara.
Il governo di Netanyahu, duramente contestato, si è dimostrato molto disposto al dialogo nei confronti dei manifestanti e ha nominato un economista ex funzionario della Banca Centrale di Israele, Manuel Trajtenberg, a capo di una commissione per formulare proposte di riforma economica entro la fine di settembre.
Il movimento di protesta è stato criticato per la sua eccessiva chiusura nei confronti del governo. Dopo alcune settimane sono emerse due persone come leader della protesta, Daphni Leef e il presidente dell’Unione Nazionale degli Studenti Israeliani Itzik Shmuli. Leef è una studentessa di cinema di 25 anni dell’Università di Tel Aviv, sconosciuta prima dell’inizio delle proteste e con un piccolo gruppo di collaboratori, molti dei quali giovani senza grande esperienza. Non è a capo di nessuna organizzazione ufficiale. Shmuli, presidente dell’UNSI da un anno, ha 31 anni, ha lavorato diversi anni prima di iniziare il suo attuale corso di studi in pubblica amministrazione e guida un’organizzazione ben più strutturata.
Tra i due esponenti principali della protesta sono emerse presto grandi differenze di vedute e di atteggiamento. Quello di Shmuli, cauto e diplomatico quanto Leef è diretta e decisa a contrapporsi frontalmente al governo, ha portato a qualche attrito più o meno esplicito. Tuttavia, intervistati da Haaretz (il quotidiano liberal sostiene le proteste con molta decisione), entrambi dicono di voler lavorare per portare avanti una causa comune.
foto: AP Photo/Ariel Schalit