L’interrogatorio di Tarantini
Sei a ore a parlare con i magistrati di Napoli dei rapporti con Berlusconi
E’ durato sei ore il faccia a faccia con i magistrati napoletani di Gianpaolo Tarantini, l’imprenditore barese in carcere da giovedì scorso, accusato di estorsione ai danni del presidente del consiglio Silvio Berlusconi, in concorso con la moglie Angela Devenuto (anche lei in cella da tre giorni, ma per la quale si profila la scarcerazione e il rinvio ai domiciliari, avendo due bambini piccoli da accudire) e con l’editore Valter Lavitola (destinatario di un provvedimento non ancora eseguito perché l’indagato si troverebbe all’estero). Tra l’altro, proprio leggendo gli atti dell’inchiesta Tarantini avrebbe scoperto che sua moglie aveva una relazione con Lavitola. L’interrogatorio di garanzia è cominciato sabato mattina dopo le 10 a Poggioreale. I tre pm della procura di Napoli, Woodcock, Curcio e Piscitelli, hanno lasciato la casa circondariale intorno alle 16. Woodcock si è limitato a dire: «È stato un interrogatorio lungo. Non posso dire altro».
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