Gli americani che aiutavano Gheddafi
Al Jazeera ha trovato documenti dei servizi segreti libici che inguaiano un ex membro dell'amministrazione Bush e uno storico deputato di sinistra del Congresso
Al Jazeera ha scoperto documenti riservati che testimonierebbero contatti tra il regime di Gheddafi e uomini politici statunitensi, avvenuti ben oltre l’inizio della rivolta libica e l’intervento della NATO nel Paese. I contatti sarebbero stati finalizzati ad aiutare il regime a restare in piedi, a migliorare la sua immagine e interrompere i bombardamenti autorizzati dal Consiglio di sicurezza dell’ONU.
I documenti sono stati trovati nella sede centrale dei servizi segreti libici, nel centro di Tripoli. Il palazzo è stato duramente colpito dagli attacchi aerei della NATO e gli interni sono devastati, ma nell’ufficio di Abdullah Alsinnousi, capo dei servizi segreti, il giornalista Jamal Elshayyal di Al Jazeera ha potuto guardare tra le decine di documenti contrassegnati come “top secret”. I combattenti ribelli che fanno la guardia all’edificio hanno impedito al giornalista di portare via qualsiasi cosa, ma all’interno dell’articolo di Al Jazeera che parla dei documenti è possibile vedere una riproduzione di una pagina scritta in inglese e di quattro pagine in arabo al centro dell’inchiesta.
I consigli di David Welch
Tra i documenti ci sono quelli che sembrano appunti di un incontro tra due funzionari di alto grado del regime e David Welch, avvenuto il 2 agosto 2011 in un hotel del Cairo poco distante dall’ambasciata statunitense. David Welch ha 58 anni ed è stato assistente del segretario di Stato per il Vicino Oriente tra il 2005 e il 2008, mentre George W. Bush era presidente degli Stati Uniti e Condoleezza Rice era segretario di Stato. In precedenza aveva avuto incarichi diplomatici per conto degli Stati Uniti per oltre vent’anni in molti paesi arabi, dalla Siria al Libano alla Giordania, e dal 2001 al 2005 è stato ambasciatore statunitense in Egitto. Ha curato la ripresa dei contatti diplomatici tra la Libia e gli Stati Uniti nel 2008, dopo oltre 25 anni. Attualmente lavora per la Bechtel, una multinazionale del settore delle costruzioni con sede a San Francisco e con contratti per miliardi di dollari in Medio Oriente.
Ai primi di agosto 2011 la rivolta libica era in corso da diversi mesi e la guerra contro Gheddafi era molto avanzata: l’intervento militare della NATO fu deciso a metà marzo. Secondo quanto riportano i documenti, dice Al Jazeera,
Welch ha fornito consigli ai funzionari di Gheddafi su come vincere la guerra sul piano della propaganda, suggerendo diverse “misure per la costruzione della fiducia [nel regime]”. I documenti sembrano indicare che un’influente personalità politica statunitense stesse consigliando Gheddafi a proposito di come battere gli Stati Uniti e la NATO.
I suoi “consigli”, riportati nel documento, riguardano la necessità di fornire informazioni agli Stati Uniti a proposito di collegamenti tra i ribelli e al-Qaeda o qualunque altra formazione islamica integralista. Per passare le informazioni, la Libia si sarebbe però dovuta servire dei servizi segreti di Israele, Egitto, Marocco o Giordania. Welch avrebbe anche invitato a “trarre vantaggio” della situazione in Siria (in modi che Al Jazeera non specifica), vista anche la “politica del doppio standard adottata da Washington” e il fatto che la Siria non ha mai intrattenuto buoni rapporti con la Libia.
Infine, Welch avrebbe criticato l’atteggiamento del Qatar, descritto come “cinico” e interessato solo a distogliere l’attenzione dalla repressione del dissenso nel vicino Bahrain. Il Qatar collabora attivamente nell’intervento militare occidentale in Libia e la stessa Al Jazeera ha sottolineato il ruolo di consiglieri militari qatarini, accanto a quelli occidentali, nel sostegno ai ribelli sul campo. Lo stato del Qatar possiede interamente il network di informazione Al Jazeera, che ha la sua sede centrale a Doha, la capitale del paese.
Secondo Welch, nell’amministrazione statunitense molti avrebbero accettato una soluzione della crisi in cui Gheddafi si fosse fatto da parte, ma “senza necessariamente abbandonare tutti i suoi poteri”.
Il deputato Denis Kucinich
In una busta indirizzata a Saif al-Islam, uno dei figli di Gheddafi impegnati in prima persona nella difesa “diplomatica” del regime, il giornalista di Al Jazeera ha trovato il riassunto di una conversazione tra Dennis Kucinich e un emissario di Saif al-Islam. Dennis Kucinich ha 65 anni, è deputato dal 1997 ed è noto per essere di gran lunga il membro del Congresso americano più di sinistra. Nel 2004 e nel 2008 ha partecipato alle primarie democratiche per l’elezione del candidato alle presidenziali, ed è contrario all’intervento statunitense in Libia, che definisce “una guerra illegale”.
Nel documento trovato da Al Jazeera, il deputato democratico richiede alcune informazioni che gli sarebbero servite a far pressione sui deputati statunitensi per ritirare il loro supporto al Consiglio Nazionale di Transizione libico, il governo provvisorio dei ribelli, e a interrompere gli attacchi aerei della NATO. Tra le informazioni richieste, prove di corruzione all’interno del CNT e prove di un collegamento tra i ribelli e al Qaida. Kucinich elenca anche alcune informazioni di cui ha bisogno per difendere Saif Al-Islam, che attualmente è sulla lista dei principali ricercati della Corte Penale Internazionale.
Kucinich era già stato tirato in ballo da un articolo del Guardian che aveva svelato le mosse disperate di Gheddafi per tentare di risolvere la situazione con la diplomazia: Kucinich era stato invitato dal governo libico a visitare il paese in una “missione di pace”. Alla fine non è andato in Libia, dicendosi preoccupato per la sua sicurezza, ed è andato invece in Siria generando parecchie polemiche per aver speso elogi sperticati per il governo di Assad, “amato e apprezzato dai siriani”.
Le reazioni
Le scoperte di Al Jazeera sono state molto riprese e commentate in queste ore. Un portavoce del dipartimento di Stato americano, interpellato da Al Jazeera, ha detto che David Welch è un privato cittadino che non parla né lavora per conto del governo statunitense. Il diretto interessato non ha ancora risposto alla richiesta di commenti di Al Jazeera. Kucinich ha detto all’Atlantic Wire, il sito del mensile The Atlantic, che non ha incontrato alcun emissario libico, e che il documento non fa che riportare il riassunto delle posizioni pubbliche di opposizione alla guerra che il deputato sta dichiarando da mesi.
Al Jazeera ha trovato un documento scritto da un burocrate libico per altri burocrati libici. Tutto quello che prova è che i libici stavano leggendo il Washington Post.
foto: AP Photo/Haraz N. Ghanbari