Il film di Clooney che apre a Venezia
Parla di politica, il suo personaggio ricorda da vicino Barack Obama e si chiama "Le idi di marzo"
di Gabriele Niola
Le idi di marzo è il nuovo film diretto da George Clooney e mercoledì sera apre la Mostra del cinema di Venezia. Clooney aveva già diretto film che parlavano di politica e in questo diventa il tema centrale e si sviluppano aspetti e idee che negli altri film erano stati in parte accennati. Clooney interpreta Mike Morris, un personaggio che ricorda molto da vicino Barack Obama. Morris è un governatore alla fine del suo secondo mandato che ha lavorato molto bene nel suo stato. Si è candidato per le primarie del Partito Democratico con un programma molto liberale e radicalmente diverso da quello del governo conservatore da otto anni al potere e parla spesso di “speranza” contrapposta a “paura”. I primi dieci minuti del film mostrano manifesti elettorali con il volto di Clooney simili a quelli realizzati da Shepard Faire per la campagna di Obama, e durante un dibattito Morris gesticola con la mano destra unendo pollice e indice, come fa anche il presidente americano. Insomma è bianco ma è Obama.
Le idi di marzo però non è dedicato alla personalità e alla storia dell’attuale presidente degli Stati Uniti: «È una storia di scelte, di morale e integrità. Se si svolgesse a Wall Street sarebbe la stessa cosa» ha detto Clooney durante la conferenza stampa alla Mostra del cinema. Nel film si parla di tradimento ma «stabilire chi sia Giulio Cesare, chi Cassio e chi Bruto sarà compito di ogni spettatore» ha aggiunto Clooney. Le pugnalate alle spalle infatti le prendono e le danno un po’ tutti, nella sceneggiatura di Grant Heslov, uno che conosce Clooney dal 1982 e che lavora quasi sempre con lui. E proprio sulla scrittura sta il punto di forza evidente di un film che, come spesso accade quando a dirigere c’è un attore, punta molto sugli interpreti e sui dialoghi.
Il protagonista infatti non è Mike Morris ma un giovane esperto di rapporti con la stampa che lavora alla sua campagna elettorale, un idealista che si troverà nel mezzo dello scontro tra i direttori delle due campagne elettorali, interpretati da Phillip Seymour Hoffman e Paul Giamatti. «I repubblicani non hanno nessuno, queste primarie sono di fatto le elezioni generali» dice uno dei due, spiegando la situazione.
Contrariamente ai film del genere cui appartiene Le idi di marzo non mostra il marcio della politica attraverso figure corrotte. Il personaggio politico principale è presentato come una persona animata dalle migliori intenzioni, anche se non è indenne da scandali e macchie. «Il film era in preproduzione nel 2007, quando è stato eletto Obama tutti erano così felici che realizzare un film simile sarebbe stato come assestare un pugno nello stomaco. Così abbiamo dovuto aspettare almeno un anno perché il clima cambiasse ed evitare un impatto diverso dalle nostre intenzioni».
Clooney è notoriamente un liberal vecchio stampo e quando dirige ricorda Robert Redford, un altro attore e regista, per ispirazioni, per valori e per la necessità di dare un colpo al sistema e un bacio alla bandiera. La politica è roba sporca e la si fa sporcandosi le mani, sembra dire, e questo vale anche per i migliori. Alla fine il tono del film l’ha riassunto Clooney stesso quando ha detto: «Ora abbiamo un presidente che è più intelligente, sveglio e sensibile di chiunque altro eppure sta passando lo stesso le pene dell’inferno. C’è un clima di sfiducia che mi sembra stia offuscando quello di speranza, ma come sempre anche questa volta ce la faremo».