Westerwelle dice che Gheddafi l’hanno deposto le sanzioni, non la NATO
E per questo il ministro degli esteri tedesco è stato massacrato di critiche, soprattutto dal suo partito
Qualche giorno fa il ministro degli esteri tedesco, Guido Westerwelle, ha fatto una dichiarazione piuttosto impegnativa sulla guerra in Libia e il ruolo del suo paese nella fine del regime di Gheddafi. La Germania, infatti, non ha partecipato all’intervento militare autorizzato dalle Nazioni Unite, attirandosi per questo molte critiche sia dalla comunità internazionale che da molti politici e personalità tedesche, di orientamento politico più che trasversale. Westerwelle ha detto che la fine del regime di Gheddafi non si deve ai bombardamenti della NATO bensì in realtà alle sanzioni economiche, a cui invece la Germania ha partecipato. Westerwelle è stato uno dei principali sostenitori della linea del non intervento in Libia. La sua dichiarazione è stata molto criticata, anche dai membri del suo partito.
Angela Merkel ha ribadito che “la nostra astensione non ha niente a che fare con la neutralità” e che il governo tedesco “è vicino ai suoi alleati, verso i quali ha il massimo rispetto”. La stessa cosa è stata detta da Philipp Rösler, ministro dell’Economia e capo del partito liberaldemocratico: “Abbiamo profondo rispetto per i nostri alleati, e li ringraziamo per essere stati decisivi nel mettere fuori gioco gli assassini di Gheddafi”. Anche Westerwelle è liberaldemocratico: lo scorso aprile era stato costretto a dimettersi da capo del partito – nonché da vicecancelliere – con l’accusa di essere il maggiore responsabile della crisi di consensi della coalizione di governo. La dichiarazione sulla guerra in Libia ha fatto infuriare molti membri del suo partito, che da tempo vogliono sostituirlo alla leadership dei liberaldemocratici: dopo numerose richieste di smentite e rettifiche Westerwelle, intervistato dal Welt, ha detto che la rimozione di Gheddafi è arrivata “grazie all’intervento militare internazionale”.
L’ex ministro degli Esteri Joschka Fischer, esponente dei Verdi, aveva già detto che la decisione del governo tedesco di non partecipare all’intervento militare internazionale aveva fatto perdere “credibilità” alla Germania “sia alle Nazioni Unite che nel Medio Oriente” e che “la speranza di ottenere un seggio permanente al Consiglio di sicurezza dell’ONU è definitivamente sparita”. Intervistato oggi dal sito dello Spiegel, Fischer ribadisce il concetto e prende di petto Guido Westerwelle.
«Ha detto, e diceva sul serio, che il regime di Gheddafi è stato abbattuto principalmente con le sanzioni. Chiunque sa che è assurdo, che senza l’intervento militare della NATO non si sarebbe ottenuto niente. No, quella della Germania sulla Libia è una debacle, probabilmente la più grossa sconfitta in politica estera dalla fondazione della repubblica federale. La posizione del nostro paese nel mondo è stata molto danneggiata. […] Gheddafi minacciava un bagno di sangue a Bengasi, c’era un pericolo immediato per i civili. La maggioranza del Consiglio di sicurezza è stata chiara, c’era il sostegno della Lega Araba e degli Stati islamici presenti – cosa voleva di più il governo per accettare? L’astensione di Russia e Cina era una tacita approvazione. L’astensione tedesca invece è stata un no, e ci ha isolati»
foto: Ralph Orlowski/Getty Images