Rick Perry è scemo?
Politico si chiede se il governatore del Texas, candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti, sia poco intelligente o soltanto sottovalutato
Rick Perry è il governatore del Texas. Da qualche settimana è anche un candidato repubblicano alla presidenza degli Stati Uniti e da qualche giorno, a leggere diversi sondaggi, è addirittura in vantaggio su tutti i suoi avversari. Perry non è un personaggio di facile lettura. Da una parte condivide con Michele Bachmann e Sarah Palin le idee particolarmente conservatrici, i toni sopra le righe e il fanatismo religioso. Dall’altra, avendo fatto il governatore di uno degli Stati più grandi d’America, nel tempo si è costruito il profilo di amministratore abile e pragmatico (per quanto da qualche settimana si discute parecchio del fatto che i buoni risultati del Texas nella creazione di posti di lavoro siano più merito suo o più merito di Obama e del governo federale).
Politico è un giornale online americano, praticamente il giornale della politica americana. In questo momento l’articolo che apre l’homepage di Politico parla proprio di Rick Perry e delle sue caratteristiche, a partire da questa domanda: Rick Perry è scemo? Oppure è sottovalutato? L’articolo è firmato da Jonathan Martin, che racconta che i dubbi sull’intelligenza di Rick Perry risalgono agli esordi della sua carriera politica, trent’anni fa. “È come Bush, però senza cervello”, ha detto di lui a Martin un ex governatore repubblicano. La battuta circola da tempo e ad Austin – capitale del Texas molto democratica, al contrario del resto dello Stato – Perry viene considerato abile soltanto a essersi trovato al posto giusto nel momento giusto. E d’altra parte lo stesso Perry è solito fare vanto delle sue origini umili e dei suoi studi poco prestigiosi: ha detto, per esempio, che la differenza tra lui e George W. Bush è che lui ha studiato all’università pubblica del Texas mentre Bush si è laureato a Yale.
Nel suo articolo Martin raccoglie però anche pareri differenti. Sia tra i suoi sostenitori che tra alcuni suoi critici Perry gode di migliore reputazione, non fosse altro perché non ha mai perso un’elezione. «Certo, non è un tipo da Aspen Institute. Se gli serve sapere di John Locke, saprà di John Locke. Se invece John Locke non è nella sua agenda, allora per lui è irrilevante». Qualcosa del genere è successo con la Cina. La settimana scorsa, durante un’intervista, aveva dato una risposta piuttosto evasiva e generica a una domanda sull’ascesa della Cina. Qualche giorno fa il suo portavoce ha tentato di rimediare dicendo che Perry durante l’estate sta leggendo l’ultimo libro di Henry Kissinger. Titolo: “On China”.
Molti critici di Perry gli riconoscono il nerbo e la competitività. Che si tratti di vincere le elezioni, attrarre nel suo Stato imprese o studenti particolarmente bravi a giocare a football, la determinazione di Perry viene definita “feroce”. Il deputato democratico del Texas Mike Villarreal lo definisce “un talentuoso animale politico” e per questo invita i suoi colleghi di partito a non sottovalutarlo. Dave McNeely, giornalista politico del Texas, dice che Perry non ha grande comprensione delle policy, dei problemi e delle relative soluzioni, “ma finché si parla di politica e di controllo, Perry è il più potente governatore che il Texas abbia mai avuto”. Quello che gli manca gli è arrivato dai suoi consulenti: Karl Rove, quel Karl Rove, è stato il suo primo consigliere politico; oggi quell’incarico è svolto da Dave Carney. “Il cimitero dei politici texani è pieno di persone che avevano sottovalutato Perry”, dice un lobbista texano a Martin. “Prima o poi se ne renderanno conto: non è solo fortunato, è bravo”.
foto: Chip Somodevilla/Getty Images