L’attentato nel casinò messicano
La strage a Monterrey ha ucciso più di 50 persone ed l'ultima nella lunga lista di attacchi e omicidi nel paese legati al traffico di droga
Un attentato nel nordest del Messico ha ucciso più di cinquanta persone lo scorso 25 agosto (in Italia erano le prime ore del 26). Una ventina di uomini armati è arrivata con quattro auto all’ingresso principale del Casino Royale di Monterrey, terza città più popolosa del Messico e capitale dello stato di Nuevo León nel nordest del paese, ha sparso carburante e materiali infiammabili sugli arredi e sulle macchine da gioco e ha dato fuoco al locale. Nell’incendio sono morte 52 persone (la stima iniziale di 53 morti è stata corretta) e una decina è rimasta ferita.
Gli autori dell’attacco hanno detto al centinaio di clienti e dipendenti del casinò di uscire dalla struttura a due piani, che si trova in una zona elegante della città ed è particolarmente affollato nei giorni di giovedì e venerdì. Molti hanno preferito cercare rifugio nelle stanze della struttura per paura degli uomini armati, rimanendo intrappolati. Stando ai racconti dei testimoni riportati dal quotidiano messicano El Universal, altri non sono riusciti a scappare perché le uscite di sicurezza erano inutilizzabili. Il Casino Royale era già stato colpito da colpi di arma fuoco, che non avevano fatto vittime, lo scorso 25 maggio.
L’attacco è uno dei più sanguinosi avvenuti in Messico dalla fine del 2006, quando il presidente messicano Felipe Calderón ha avviato una dura campagna contro le organizzazioni criminali che controllano il traffico della droga. La campagna ha portato a un’esplosione della violenza nel paese, e la situazione è particolarmente critica nelle zone del Messico settentrionale e vicino al confine con gli Stati Uniti.
Anche in questo caso sembra certo il coinvolgimento delle organizzazioni del traffico di droga. Monterrey è il luogo di scontri sanguinosi per il controllo del territorio tra gli Zetas e il Cartello del Golfo del Messico: il numero degli omicidi del 2011 collegati al traffico di droga sta per raddoppiare rispetto a quello dello scorso anno e per triplicare rispetto al 2009. Secondo le prime ricostruzioni, le cause della strage starebbero nel fatto che i proprietari del casinò, già vittime di estorsione da parte del Cartello del Golfo come molti altri proprietari di locali nella zona, non intendevano pagare una nuova estorsione di 130.000 pesos (7.200 euro) settimanali ai Los Zetas, la grande organizzazione di narcotrafficanti rivale. Persone collegate a Los Zetas sarebbero dunque le responsabili dell’attacco incendiario.
La strage ha avuto una grandissima eco in Messico: l’Excelsior, un altro dei maggiori giornali messicani, gli dedica un’intera sezione del suo sito. Il presidente della repubblica ha indetto tre giorni di lutto nazionale. La presenza dell’esercito nella regione di Monterrey sarà aumentata, mentre la procura generale della repubblica ha offerto 30 milioni di pesos (1,6 milioni di euro) per chiunque aiuterà ad arrestare i responsabili.
foto: Ronaldo Schemidt/AFP/Getty Images