L’economia tedesca in affanno aiuta l’euro?

Secondo Alberto Alesina e Francesco Giavazzi, la bassa crescita in Germania è una buona notizia

Sul Corriere della Sera di oggi, Alberto Alesina e Francesco Giavazzi spiegano perché il rallentamento dell’economia tedesca potrebbe essere una buona notizia per i paesi che fanno parte dell’euro.

Paradossalmente, il rallentamento dell’economia tedesca potrebbe essere un’inaspettata fortuna per le sorti dell’euro. Fino all’estate le condizioni dei Paesi dell’unione monetaria erano molto diverse. Da un lato la Germania cresceva, con conti pubblici solidi; dall’altro i Paesi della periferia (Italia, Spagna, Grecia e Portogallo) erano fermi e la crisi di fiducia verso i loro titoli pubblici rischiava di mettere in pericolo la sopravvivenza dell’euro. Questa divergenza creava difficoltà per la Banca centrale europea: se la Bce faceva ciò che era bene fare per la Germania – permettere ai tassi di interesse di salire e non acquistare titoli pubblici della periferia per non accrescere la liquidità – la crisi dell’euro si aggravava. Se la Bce interveniva acquistando titoli pubblici dei Paesi periferici (fino a settimana scorsa sono stati acquistati 36 miliardi di titoli italiani e spagnoli), i tedeschi protestavano, anche perché con questi acquisti la Banca svolgeva un compito che dovrebbe essere estraneo alla politica monetaria.

Il temporaneo stallo dell’economia tedesca attenua questa contraddizione. Oggi una politica monetaria più espansiva va bene per Berlino e consente anche qualche sostegno ai Btp. I mercati lo hanno subito capito: il differenziale fra i titoli della periferia e i Bund è sceso, e l’euro si è un po’ indebolito. Questa situazione favorevole apre una finestra, probabilmente breve, per fare quelle riforme che consentirebbero di uscire dalla crisi in cui l’unione monetaria versa da oltre un anno. Ma quali riforme?

Non passa giorno che non venga suggerita una nuova soluzione, tutte per lo più basate su qualche alchimia finanziaria. Sembra vi sia una gara tra politici ed economisti a suggerire la riforma più originale che, senza costi per nessuno (o magari solo per i tedeschi), risolva tutti i problemi dell’euro. La più frequentemente invocata sono gli Eurobonds, che si dovrebbe avere il coraggio di chiamare con il loro vero nome: una garanzia tedesca a gran parte del debito pubblico italiano e spagnolo. E ci stupiamo che i tedeschi non siano d’accordo?

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