L’ultimo tentativo di Gheddafi
Il Guardian racconta delle lettere inviate ai politici americani (soprattutto a uno molto di sinistra) per convincerli a fermare le operazioni della NATO
Il Guardian ha pubblicato ieri sera un articolo che, basandosi su una serie di documenti governativi riservati recuperati a Tripoli, ricostruisce gli ultimi tentativi del regime di Gheddafi di garantirsi sopravvivenza e interrompere l’intervento internazionale condotto dalla NATO. Si è trattato, in sostanza, di un’operazione di pubbliche relazioni: un tentativo di coinvolgere persone a vario titolo contrarie all’operazione militare nel tentativo di convincerle a esercitare la loro influenza anche per conto del regime.
Il governo libico, per esempio, ha tentato di convincere il deputato americano Dennis Kucinich a visitare Tripoli in una specie di “missione di pace”, offrendosi di pagare tutte le spese relative al viaggio e alla sistemazione. Kucinich è un deputato democratico ed è noto per essere il parlamentare più di sinistra degli Stati Uniti: ha votato contro la guerra in Libia, che considera anticostituzionale. Kucinich non è andato in Libia, dicendosi preoccupato per la sua sicurezza, recandosi invece in Siria e generando parecchie polemiche per aver speso elogi sperticati per il governo di Assad, “amato e apprezzato dai siriani”.
Il 23 giugno, poi, il primo ministro libico – nel frattempo scappato in Tunisia – scrisse una lettera direttamente a Barack Obama, lamentandosi educatamente della decisione degli Stati Uniti di congelare i beni della Libia. Una simile lettera è arrivata anche a John Boehner, il repubblicano presidente della Camera. Una delle lettere che documenta le operazioni dice che il regime ha ottenuto la promessa di collaborazione da parte di “un professore di diritto internazionale dell’università di Princeton”, “un ex funzionario dell’ONU”, nonché di “registi nominati all’Oscar e vincitori di parecchi premi per documentare la verità sulla Libia”. Niente di tutto questo è mai accaduto.