Il terremoto nella East Coast
La scossa di magnitudo 5,8 in Virginia ed è stata avvertita in molte città comprese Washington e New York, ma i danni sono contenuti
Ieri nel primo pomeriggio, in Italia erano le 19:51, una scossa di terremoto di magnitudo 5,8 ha interessato l’area centrale dello Stato della Virginia producendo una serie di scosse avvertite in buona parte della East Coast. Il sisma ha causato pochi danni, ma ha obbligato migliaia di persone a evacuare uffici e case per ragioni di sicurezza, anche nelle aree molto affollate di New York e di Washington. Nella capitale degli Stati Uniti l’evacuazione ha interessato in parte anche la Casa Bianca, il Campidoglio e il Pentagono. Anche l’area dei monumenti lungo il National Mall è stata rapidamente chiusa al pubblico per consentire di verificarne la stabilità.
Il terremoto si è verificato a circa 140 chilometri a sud di Washington nei pressi di Mineral, una cittadina della Virginia con una popolazione che non supera le 500 persone. Dalle prime rilevazioni sembrava che la scossa fosse di magnitudo 5,9 e relativamente superficiale, ma ulteriori verifiche hanno portato lo US Geological Survey a classificare il terremoto con magnitudo 5,8 a una profondità di circa sei chilometri. Si tratta del terzo sisma per intensità mai registrato nella East Coast. Nel 1886 a Charleston ce ne fu uno di magnitudo 7,3 e nel 1897 a Giles County (Virginia) uno di 5,9. Un altro terremoto con magnitudo 5,8 si verificò nella zona di New York nel 1944, spiegano su MSNBC.
A Mineral la scossa ha causato il crollo di parte del tetto del municipio, ma non ci sono stati altri danni. Vicino all’area dell’epicentro c’è una centrale nucleare e i suoi tecnici hanno deciso di scollegare due reattori per precauzione. Le verifiche hanno permesso di escludere danni alle loro strutture. L’impianto di North Anna produce 1.806 megawatt ed è stato progettato per sopportare le sollecitazioni di un terremoto di magnitudo 6,2.
Sempre per motivi di sicurezza, nelle ore seguenti al terremoto molti aeroporti e numerose stazioni ferroviarie hanno sospeso le loro attività per consentire ai tecnici di verificare l’integrità delle infrastrutture. Il Reagan National Airport poco fuori Washington è stato tra i primi a chiudere e un terminal è stato completamente evacuato in seguito a una sospetta fuga di gas. I due principali aeroporti di New York, Newark e JFK, hanno fatto accumulare ritardi perché i tecnici hanno dovuto controllare l’integrità delle piste e delle torri di controllo. Voli fermi anche a Philadelphia per alcune ore per controlli di sicurezza. La Amtrak, una delle principali compagnie ferroviarie del paese, ha fatto viaggiare i propri treni a velocità ridotta lungo la trafficata tratta tra Baltimora e Washington.
Michael Bloomberg, il sindaco di New York, ha detto che in città i danni sono stati contenuti con pochi feriti. Alcuni calcinacci sono caduti dal palazzo del procuratore generale e la City Hall è stata evacuata insieme ad alcuni altri uffici governativi. Molte persone sono scese in strada, sorprese dalla scossa di terremoto, ma non ci sono state scene di panico.
A Washington gli uffici governativi sono stati evacuati e il personale è potuto tornare sul proprio posto di lavoro dopo poche ore, necessarie per le verifiche del caso su eventuali danni. La National Cathedral, la seconda per grandezza negli Stati Uniti, ha riportato alcuni lievi danni a una serie di guglie. Il Lincoln Memorial e il Jefferson Memorial lungo il National Mall sono stati riaperti al pubblico intorno alle sette e mezza di sera, mentre il Washington Monument è rimasto chiuso per nuove verifiche.
L’alto obelisco di marmo di 169,3 metri è stato lievemente danneggiato dal terremoto. Gli esperti hanno rilevato alcune crepe nelle pietre che costituiscono la parte finale del monumento, dove si restringe. Serviranno nuovi accertamenti per valutare l’entità dei danni e capire come porvi rimedio. La base dell’obelisco non ha invece riportato danni ed è un bene, se si considera che il monumento realizzato principalmente con marmo del Maryland pesa 82.421 tonnellate.