La crisi tra Egitto e Israele
Dopo gli attentati di Eliat e la rappresaglia di Gaza, tornano anche le tensioni con Il Cairo
Per il secondo giorno consecutivo, migliaia di persone hanno manifestato davanti all’ambasciata israeliana del Cairo, in Egitto, per protestare contro l’uccisione di alcuni agenti di sicurezza egiziani da parte dell’esercito di Israele lo scorso 18 agosto.
Gli attentati di Eliat hanno portato anche ad alcuni scontri lungo il confine con l’Egitto: alcuni dei razzi e dei colpi di arma da fuoco provenivano infatti dalla zona del Sinai, in territorio egiziano. La risposta dell’esercito israeliano ha ucciso cinque agenti della polizia di confine dell’Egitto. Sabato 20 agosto il ministro della difesa di Israele, Ehud Barak, si è rammaricato per la morte degli agenti, e anche se non ha ammesso la responsabilità dell’esercito israeliano ha annunciato una commissione congiunta per investigare sull’accaduto. Il governo egiziano ha detto che le dichiarazioni di Barak non sono state soddisfacenti e ha minacciato di ritirare il suo ambasciatore da Israele (un fatto che in precedenza era avvenuto solo nel 1982, con l’invasione israeliana del Libano, e nel 2000 durante le rivolte palestinesi). Poi ha cancellato l’annuncio dal suo sito web e ha detto che si era trattato della pubblicazione per errore di una “bozza” di un documento.
La zona del Sinai è estremamente instabile dalla caduta del regime di Mubarak e il nuovo governo fatica a mantenerne il controllo. L’area è diventata quindi una base di operazioni per molti gruppi islamici estremisti. Le ultime vicende hanno peggiorato notevolmente i rapporti diplomatici tra Israele e l’Egitto, tra i quali è in vigore un trattato di pace stipulato nel 1979: durante il regime di Mubarak, i rapporti relativamente distesi tra i due paesi erano l’asse portante della stabilità della regione.
In seguito agli attentati nella zona meridionale di Israele di giovedì 18 agosto, che hanno ucciso sette persone e ne hanno ferite altre venticinque, l’esercito israeliano aveva subito risposto con un attacco nella zona della Striscia di Gaza, avviando una serie di scontri con gruppi armati palestinesi che sono continuati per tutto il weekend. Negli ultimi tre giorni almeno dodici palestinesi sono rimasti uccisi, mentre dalla Striscia sono partiti una ventina di razzi diretti alle città israeliane di Be’er Sheva e Ofakim, che hanno ucciso una persona e ne hanno ferite più di dieci. Da diversi mesi non si verificavano episodi così violenti in Israele, e le ultime vicende stanno peggiorando i rapporti tra Hamas, che governa nella Striscia, e lo stato di Israele.