La giunta militare non lo permette dal colpo di stato del 2021, e non ha cambiato idea dopo il terremoto, ma qualcuno negli anni ha trovato il modo di aggirare il divieto

I giornalisti stranieri non possono entrare in Myanmar

In Europa e Asia centrale i contagi sono raddoppiati in un anno, con grandi rischi per la salute non solo dei bambini

Non c’erano così tanti casi di morbillo dal 1997

Il Rassemblement National non ha un vero piano per sostituirla alle elezioni presidenziali, e lei stessa sembra fare finta di niente

La condanna di Le Pen sta mettendo in grande difficoltà il suo partito

Succede per esempio a Sagaing, la città più vicina all'epicentro del terremoto dove i primi soccorsi internazionali sono arrivati solo lunedì

In Myanmar l’esercito blocca i soccorsi nelle zone dei ribelli

Da mesi nell'edificio di Dublino dove è ambientato il suo racconto più celebre ci sono slogan e volantini di un gruppo che sembra vicino ai movimenti anti-migranti

Chi sta occupando la casa di “I morti” di Joyce?

Erano parte di un convoglio che stava operando nel sud della Striscia di Gaza: intanto l'esercito israeliano ha ordinato l'evacuazione dei civili da Rafah 

Israele ha ucciso 15 operatori sanitari e soccorritori palestinesi

La grossa regione del Sudan, ancora controllata quasi interamente dalle Rapid Support Forces, ha una lunga storia di guerre e scontri etnici

Che posto è il Darfur

Un lungo articolo ha descritto come funzionava il profondo coinvolgimento dell'amministrazione di Joe Biden, tra scontri interni, errori e “linee rosse” violate

Il ruolo degli Stati Uniti nella guerra in Ucraina, raccontato dal New York Times

Come funziona il calcio in un posto in cui nei mesi freddi (quasi tutti) non si può giocare all'aperto, e in cui chi vuole fare carriera deve puntare alle isole Fær Øer

In Groenlandia c’è un calcio d’inverno e un calcio d’estate

Se ne parla per alcuni recenti femminicidi commessi da uomini che li indossavano: i problemi sono molti e derivano da una gestione molto disorganica

Perché i braccialetti elettronici “antistalking” non funzionano

Jonna Mendez fu per vent'anni a capo del camuffamento degli agenti della CIA, e una volta ingannò perfino il presidente

Come si traveste una spia, spiegato da una spia

I cosiddetti "naked dress" sono stati rivoluzionari e poi hanno normalizzato il corpo delle donne: ora che sono ovunque però «la nudità è stata denudata del sesso»

I vestiti trasparenti sono sempre più noiosi

<p>Il presidente della Bolivia, Evo Morales, è una delle personalità e leader mondiali più critici nei confronti del capitalismo e dei danni che questo provoca all&#8217;ambiente. Durante i meeting internazionali Morales <a href="http://www.washingtonpost.com/world/americas/critics-say-environmentalist-rhetoric-of-bolivian-president-evo-morales-rings-hollow/2011/08/14/gIQAwmVFFJ_story.html">ha chiesto ripetutamente</a> che gli Stati si impegnassero nella difesa delle foreste e che i paesi più ricchi riducessero le emissioni prodotte dai gas serra. Molti gruppi di ambientalisti e di indigeni adesso però accusano il presidente di comportarsi in modo ipocrita, presentandosi all&#8217;estero come paladino dell&#8217;ambiente ma incoraggiando in patria politiche non rispettose dell&#8217;ecosistema. Lo accusano di promuovere lo sfruttamento del gas naturale e del petrolio nelle foreste vergini boliviane, di non preoccuparsi della contaminazione dell&#8217;acqua potabile e dei campi in prossimità delle miniere e non gli perdonano il sostegno a una legge per aumentare la coltivazione degli OGM.</p>
<p>Evo Morales &#8211; che è, tra l&#8217;altro, il primo premier indigeno della storia della Bolivia &#8211; ha sempre ribadito il suo impegno nel preservare la &#8220;madre terra&#8221; ma ha anche spiegato che certi progetti sono necessari per sollevare il paese dalla povertà, per aumentare la quantità di cibo disponibile e per garantire a tutti l&#8217;energia elettrica. Le sue spiegazioni non convincono gli ambientalisti e gli indigeni: questi ultimi erano stati i principali sostenitori della sua presidenza durante la campagna elettorale ma negli ultimi tempi si sono trasformati nei suoi oppositori più critici.</p>
<p>La più grossa protesta degli indigeni e degli ambientalisti contro Morales riguarda la <a href="http://www.bbc.co.uk/news/world-latin-america-14536163">costruzione di un&#8217;autostrada</a> lunga più di 300 chilometri che attraverserà il paese per collegare il Brasile con alcune città portuali in Cile e in Perù affacciate sul Pacifico. La sua costruzione è stata finanziata da un fondo della banca nazionale brasiliana pari a 415 milioni di dollari, mentre la compagnia brasiliana OAS ha ottenuto l&#8217;autorizzazione a demolire gli alberi lungo il percorso. Secondo i manifestanti l&#8217;autostrada favorirà il commercio brasiliano, incrementerà la deforestazione e causerà un danno enorme all&#8217;ecosistema del paese. Inoltre l&#8217;autostrada attraverserà il Parco nazionale degli indigeni Isiboro-Secure, dove vivono circa 15.000 indios che si sostentano di caccia, pesca, e con la raccolta di frutti. I manifestanti hanno accusato il governo di essere venuto meno al dovere costituzionale di consultare gli indigeni prima di costruire qualcosa sulla terra in cui vivono e gli indios che vivono nel parco hanno detto di essere pronti a combattere con archi e frecce per impedire la costruzione della strada. Il governo ha risposto dicendo che l&#8217;autostrada è fondamentale per l&#8217;integrazione nazionale e ha garantito che verranno prese serie misure per la tutela ambientale.</p>

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<p>Lunedì più di 500 persone hanno iniziato a Trinidad una marcia di protesta contro la costruzione dell&#8217;autostrada che si concluderà a La Paz tra circa un mese, il tempo necessario ai manifestanti per coprire a piedi i 500 chilometri che separano le due città. Pedro Vare, leader del gruppo indigeno CPIB, ha detto «non vogliamo dialogare, vogliamo che ci rispettino in quanto indigeni». Il presidente ha detto che è disposto a incontrare i manifestanti e a dialogare con loro ma che non ha intenzione di porre fine alla costruzione dell&#8217;autostrada. In coincidenza con l&#8217;inizio della marcia nella città di El Alto, abitata principalmente da indigeni, si è svolta una <a href="http://english.aljazeera.net/news/americas/2011/08/20118160745913725.html">grossa manifestazione di protesta</a> contro il governo mentre la città meridionale di Potosi è stata bloccata da uno sciopero generale per chiedere maggiori investimenti nell&#8217;economia locale.</p>

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indigeni

la paz

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proteste bolivia

trinidad

Members of the Moxos ethnic group march during a protest in Trinidad, Bolivia, Monday Aug. 15, 2011. Indigenous and environmentalists groups began Monday a 846-kilometer march from Trinidad to La Paz to protest the construction of a 300-kilometer highway aimed to connect Brazil to Pacific ports in Chile and Peru, and that will plow through a nature preserve, home to 15,000 natives and to endangered fresh water dolphins and blue macaws. (AP Photo/Juan Karita)

Bolivia

<p>Indios dell'etnia Moxos durante una marcia di protesta contro il governo di Evo Morales, Trinidad, Bolivia, 15 agosto 2011. (AP Photo/Juan Karita)</p>


Bolivia 

<p>Indios dell'etnia Moxos sua una barca durante una protesta contro il governo del presidente Evo Morales, Trinidad, 15 agosto 2011. (AP Photo/Juan Karita)</p>


<p>Un gruppo di indios Moxos durante una marcia di protesta contro il governo di Evo Morales, Trinidad, Bolivia, 15 agosto 2011. (AP Photo/Juan Karita)</p>


<p>Un gruppo di indios Moxos durante una marcia contro la decisione del presidente Evo Morales di costruire un'autostrada che attraversa la foresta pluviale del paese, Trinidad, Bolivia, 15 agosto 2011. (AP Photo/Juan Karita)</p>


<p>Un gruppo di indios Moxos protestano contro la decisione del presidente Evo Morales di costruire un'autostrada che attraversa la foresta pluviale del paese, Trinidad, Bolivia, 15 agosto 2011. (AP Photo/Juan Karita)</p>


<p>Un boliviano appartenente all'etnia Moxos trasporta alcune frecce durante una la marcia di protesta contro il presidente Evo Morales a Trinidad, in Bolivia, 15 agosto 2011. (AP Photo/Juan Karita)</p>


Il presidente boliviano litiga da settimane con quelli che una volta erano i suoi maggiori sostenitori, gli indigeni, che lo accusano di ipocrisia

La protesta degli indios contro Evo Morales

La protesta degli indios contro Evo Morales

La protesta degli indios contro Evo Morales

La protesta degli indios contro Evo Morales

La protesta degli indios contro Evo Morales

La protesta degli indios contro Evo Morales

La protesta degli indios contro Evo Morales

La protesta degli indios contro Evo Morales