Cosa succede alla Germania?
Il dato inatteso sulla crescita allo 0,1 per cento preoccupa i paesi dell'Eurozona, che fanno molto affidamento sulla proverbiale solidità tedesca
Nel secondo trimestre di quest’anno, l’economia tedesca è cresciuta molto meno di quanto previsto. La crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) è stata pari allo 0,1 per cento, un dato misero se confrontato con l’1,3 per cento dei primi tre mesi del 2011. «Le dinamiche dell’economia tedesca si sono raffreddate sensibilmente dopo una partenza vivace a inizio anno» dice il bollettino di Destatis, l’Ufficio federale che si occupa dei dati statistici della Germania.
Lo 0,1 per cento è stato principalmente causato dalle minori esportazioni di beni, dalla riduzione dei consumi da parte dei privati e da un generale rallentamento nel settore delle nuove costruzioni. Hanno tenuto solamente gli investimenti e questo secondo gli analisti segna una piccola anomalia nel sistema tedesco, solitamente più legato alla produzione. Il prossimo trimestre potrebbe riservare dati simili, segnando un ulteriore rallentamento dell’economia.
Il dato è allarmante non tanto a livello nazionale, ma a livello europeo: la Germania è la principale economia comunitaria e insieme alla Francia tiene in piedi buona parte dell’eurozona. Le notizie sulla scarsa crescita tedesca seguono di pochi giorni le informazioni sull’andamento dell’economia francese in forte affanno e a rischio di declassamento da parte delle agenzie di rating. Il timore è che, considerata la crisi di fiducia dei mercati, il dato deludente della Germania possa avere conseguenze pesanti anche se in questo momento la situazione economica tedesca non si possa ritenere pericolante. E il nervosismo dei mercati, come nelle classiche profezie autoavveranti, potrebbe danneggiare l’economia tedesca in modo da richiedere misure e aggiustamenti che oggi non sembrano necessari: una dinamica già verificatasi in altri paesi europei.
Bisogna comunque ricordare che il dato del primo trimestre dell’economia tedesca era molto alto e in una certa misura l’attuale 0,1 per cento segna una normalizzazione nella crescita, dicono gli economisti. Nonostante questo il pericolo di una nuova recessione è comunque concreto. Di questo discutono oggi il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy, determinati a trovare una strada comune per tenere a bada i conti e offrire una certa stabilità all’euro.
Dall’incontro tra i due leader non ci saranno probabilmente grandi sorprese, ma solamente un impegno comune per rafforzare la moneta unica e l’economia europea. Merkel e Sarkozy non vogliono dare l’impressione di decidere da soli senza consultare gli altri leader degli stati membri. In discussione restano la possibilità di istituire una sorta di ministro dell’Economia europeo che possa coordinare le politiche economiche e il tema ricorrente degli e-bond, le obbligazioni europee, chiamate spesso erroneamente eurobond.
La Germania si è sempre opposta all’emissione di titoli di debito denominati in euro ma gli ultimi sviluppi dell’economia potrebbero far cambiare idea ad Angela Merkel. La Commissione europea analizzerà a settembre uno studio di fattibilità per le obbligazioni europee, ma l’impressione è che la loro adozione sia ancora in alto mare.
Gli e-bond consentirebbero alle nazioni maggiormente indebitate come Italia e Spagna di ottenere prestiti a tassi di interesse più bassi rispetto agli attuali. Questa soluzione andrebbe però a sfavore dei paesi con economie maggiormente in salute come la Germania dove i tassi aumenterebbero rispetto agli attuali. Da qui l’attuale contrarietà dei tedeschi, anche se nel paese alcuni esponenti politici iniziano a valutare l’ipotesi per assicurare un sistema economico più stabile.