La vacanza delle tv sull’attualità
Mentre noi siamo qui a cercare di capire il mondo, la televisione d'estate forma un altro pezzo d'Italia
Sulla Stampa Massimiliano Panarari riflette sull’assenza del servizio pubblico (e privato) televisivo nel coprire e raccontare i grandi eventi dell’attualità durante i mesi estivi, e su come non si tratti solo di una mancanza puntuale, ma di un ennesimo fattore di disinformazione della società italiana, che ha molto a che fare con il buon funzionamento della democrazia.
Diciannove milioni di telespettatori, migliaio più migliaio meno, sono quelli che, in queste giornate di pienissima estate, compongono il pubblico televisivo. Certo, siamo distanti dall’esercito dei trenta milioni di telespettatori abituali che si registrano nei mesi invernali, ma stiamo comunque parlando di numeri ragguardevoli, e di quasi un terzo del popolo italiano. Così, mentre, giorno dopo giorno, con la rapidità a cui ci ha abituato il vivere nel Villaggio globale, da ogni angolo del pianeta ci piovono addosso notizie sconvolgenti, la tradizionale televisione generalista mostra l’encefalogramma piatto.
Ai tantissimi che in queste giornate e serate d’agosto (complice, non da ultimo, la crisi economica da cui molte famiglie sono state forzate a rinunciare alle ferie), restano a casa, il piccolo schermo di quella che è sempre stata anche una Repubblica fondata sulla tv offre un menù a base di riproposizioni di vecchi varietà, polizieschi con cani germanofoni, o stagionate pellicole (di cui si è perso il numero delle repliche) genere La principessa Sissi. Nel frattempo, la Norvegia è sconvolta dalle stragi del terrorista Breivik, i terremoti nelle Borse di tutto il mondo si susseguono senza sosta, Londra brucia a causa dei tumulti, e il telespettatore dei principali canali in chiaro nazionali (con la lodevole eccezione del tg e dei programmi de La7) non trova talk show, finestre informative, approfondimenti di alcun genere in grado di aiutarlo a comprendere un’attualità che muta alla velocità della luce, lasciandoci sempre più senza fiato.
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