Come cambiare le agenzie di rating

Cinque modi per renderle più trasparenti e affidabili, visto che contano così tanto

Il downgrade subìto dagli Stati Uniti da parte di Standard & Poor’s e la crisi dei mercati finanziari ha riportato l’attenzione dell’opinione pubblica sulle agenzie di rating e sul loro funzionamento. Il Post se n’era occupato all’inizio di luglio. Oggi sul sito di ItaliaFutura Raoul Minetti, professore di economia alla Michigan State University, descrive cinque strade per cambiare e migliorare il loro funzionamento.

Nella tempesta che sta scuotendo i mercati finanziari, ci sono ancora una volta anche le tre grandi agenzie di rating Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch (le agenzie di rating nel mondo sono più di 70 ma molte sono minori). Il ruolo controverso delle agenzie di rating è ormai una costante delle crisi finanziarie internazionali. È evidente, ad esempio, che il comportamento delle agenzie negli ultimi quattro anni ha punti in comune con il loro comportamento nelle crisi finanziarie del Messico nel 1994 e del Sud Est Asiatico nel 1997.

Alcuni studi1 sottolineano che in quelle occasioni le agenzie mantennero elevati i rating fino allo scoppio delle crisi. Dopo il loro inizio, le agenzie finirono sul banco degli imputati per non essere riuscite a prevederle e, come reazione alle critiche, declassarono a spron battuto i rating di banche, imprese e stati. Secondo questi studi, ciò aggravò le crisi del Messico e del Sud Est Asiatico, rendendo l’accesso di stati e banche ai mercati finanziari internazionali più costoso di quanto giustificato dal deterioramento dei fondamentali economici.

La storia si sta ripetendo. Dopo l’inizio della crisi nel 2008, le tre agenzie di rating sono state criticate per non aver previsto il crack di Lehman e non aver segnalato agli investitori la rischiosità dei portafogli delle istituzioni finanziarie. Come evidenziato anche dal Fondo Monetario Internazionale2, la reazione delle agenzie a queste critiche è stato un approccio eccessivamente severo nel declassamento dei rating a crisi ormai già deflagrata.

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