Come eravamo sul web

La prima pagina web andò online ufficialmente esattamente vent'anni fa: abbiamo raccolto una galleria di siti popolari come erano da piccoli

La homepage della Stampa nel 2001
La homepage della Stampa nel 2001

Il nome – World Wide Web – era stato scelto nel 1990 al Cern di Ginevra, il centro di ricerca scientifica e nucleare dove lavorava allora Tim Berners Lee, poi riconosciuto come “l’inventore del web”. Tutta storia ormai leggendaria, ripetuta e raccontata in rete come certi miti antichi, benché siano passati appena vent’anni. Esattamente vent’anni fa, infatti, il 6 agosto 1991, andò ufficialmente online il primo sito web della storia, a cui Berners Lee e i suoi colleghi avevano lavorato dal 1989 immaginando un sistema che consentisse ai ricercatori di condividere le informazioni più agevolmente in rete (internet esisteva da tempo, a volte qualcuno fa confusione) attraverso una visualizzazione più chiara e luso degli hyperlink.

La prima pagina web non è più online al suo indirizzo (era http://info.cern.ch/hypertext/WWW/TheProject.html) ma è stata riprodotta in rete: era un assai semplice indice di testi sul funzionamento del progetto. La data del suo debutto è considerata il 6 agosto 1991 in quanto Berners Lee ne comunicò in rete – su un newsgroup – l’esistenza e l’accessibilità, invitando a collaborare al nuovo progetto.

In questi vent’anni sono successe un sacco di cose, e il web è stato protagonista di molte di queste, ha cambiato il mondo e ormai ha tutta una sua storia e archeologia. Il progetto Wayback Machine permette di osservare le homepage di un grande numero di siti internet in diverse date degli scorsi anni, e di rendersi conto quindi di come sono cambiati la grafica e il contenuto dei siti nel corso del tempo (qui c’è il Post di un anno fa, agosto), ma anche com’erano diverse impostazioni e approcci

Wayback Machine è gestito da Internet Archive, un’associazione no-profit statunitense fondata nel 1996 che lavora per conservare e rendere accessibili un grande numero di materiali digitalizzati, tra cui siti web, musica e circa 3 milioni di libri di pubblico dominio (attraverso il progetto OpenLibrary.org). Vi si trovano archiviate le homepage di diversi siti internazionali e italiani, tra cui abbiamo selezionato un po’ in giro le versioni degli ultimi dieci anni, tipo album dei ricordi.