La cupola di Hiroshima
Cos'era l'edificio che diventò il simbolo della distruzione atomica e di molto altro
Alle otto e un quarto del mattino del 6 agosto 1945 un aereo militare degli Stati Uniti sganciò sulla città di Hiroshima la bomba atomica che chiuse di fatto la Seconda Guerra Mondiale e uccise sul colpo almeno sessantamila giapponesi, e le valutazioni sulle vittime delle radiazioni portano i conteggi dei morti tra i centomila e i duecentomila.
Stamattina, come ogni anno, si è svolta a Hiroshima una cerimonia per ricordare quella strage, avvenuta 66 anni fa. È intervenuto il primo ministro giapponese Naoto Kan. Oggi Hiroshima, che si trova all’estremità meridionale di Honshu, l’isola maggiore del Giappone, ha oltre un milione di abitanti. La cerimonia si svolge davanti a un edificio che è raccontato da 66 anni in milioni di immagini ed è divenuto il simbolo della strage e di tutto quello che ha significato e ancora significa, oggi, noto come “la cupola della bomba atomica” (Genbaku Dōmu).
L’edificio era stato costruito nel 1914 sulla riva orientale del fiume Motoyasu, per promuovere le attività industriali della prefettura di Hiroshima, su un progetto affidato all’architetto Ceco Jan Letzel. Fu inaugurato trent’anni e un giorno prima della sua fine, il 5 agosto 1915. La mattina del 6 agosto la bomba colpì meno di cento metri più in là, esplodendo sopra l’ospedale Shima – oggi ricostruito – che viene considerato il “ground zero” della bomba atomica. L’edificio di Letzel fu l’unico a rimanere in piedi nella zona intorno all’esplosione , anche se solo in una piccola parte e nella sua versione scheletrica conservata da allora, con la struttura in ferro della cupola denudata. L’edificio era alto tre piani, in mattoni intonacati e cemento e nello stile viennese dell’epoca, e sormontato da una cupola che arrivava a un’altezza di circa 25 metri: al tempo della sua costruzione era circondato solo da case ed edifici molto più piccoli, prevalentemente in legno.
Nei decenni successivi si sviluppò una discussione pubblica su cosa fare dell’edificio, dentro un ampio dibattito simile che aveva riguardato molte altre distruzioni belliche in tutto il mondo. Alla fine i giapponesi decisero di conservare le rovine così com’erano e di mantenerne l’effetto simbolico. La città lo sancì nel 1966: intorno erano stati costruiti un museo, un monumento e un parco dove dagli anni Cinquanta si svolgono le commemorazioni annuali. L’Unesco ha inserito la costruzione tra i suoi luoghi protetti nel 1996.
Letzel non conobbe la distruzione di Hiroshima e la tragica fama del suo edificio: dopo aver lavorato a lungo in Giappone soffrì molto i crolli di molti suoi progetti nel terremoto del 1923. Tornò a Praga e morì di una malattia ad appena 45 anni nel 1925.