Il terzo weekend di proteste in Israele
Questa sera ci saranno nuove manifestazioni a Tel Aviv, a Gerusalemme e nel nord del paese per protestare contro l'aumento del costo della vita
In questo weekend sono previste in Israele, per la terza settimana consecutiva, manifestazioni di protesta contro l’innalzamento del costo della vita e per chiedere al governo un’azione decisa per migliorare le condizioni sociali del paese.
Gli organizzatori hanno programmato la manifestazione principale a Tel Aviv, sperando di ripetere il successo della scorsa settimana, quando parteciparono circa 150.000 persone in tutto il paese, suscitando le attenzioni internazionali e i paragoni giornalistici con le proteste arabe e spagnole. Tel Aviv è la città dove le contestazioni si sono originate a metà luglio scorso: diverse persone scesero in piazza contro l’aumento del prezzo delle case, e nei giorni successivi si è formata una tendopoli lungo il Boulevard Rothschild, una delle vie principali della città.
La manifestazione di Tel Aviv di stasera inizierà alle 21 ora israeliana e partirà da piazza Habima, vicino alla tendopoli, per concludersi al Kirya, un’ampia area nel centro della città che contiene molti palazzi governativi e una delle sedi centrali dell’esercito israeliano. Qui si terranno i comizi conclusivi e un concerto. La polizia ha deciso di chiudere al traffico per molte ore diverse strade principali della città. Nel resto di Israele, si attendono dimostrazioni nel nord del paese, particolarmente colpito dall’aumento del costo della vita, e a Gerusalemme.
I manifestanti chiedono che la politica intervenga nell’aumento degli affitti, dei prezzi del cibo e dell’energia, che riduca le tasse, renda gratuita l’istruzione e modifichi il sistema sanitario. La pressione fiscale è molto alta in Israele, anche a causa delle grandi spese militari. Per una volta, però, la questione israeliana-palestinese non rientra nelle preoccupazioni dei manifestanti, che alcuni sondaggi dicono essere sostenuti dalla stragrande maggioranza della popolazione.
Da parte sua, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha promesso di intervenire subito per venire incontro ad alcune richieste dei manifestanti e ha parlato in tono molto conciliante sul fatto che le proteste sul costo della vita sono “giustificate” e le ultime settimane in Israele possono costituire “un’opportunità”, facendo approvare dal parlamento israeliano una nuova legge sulle case. Ieri il leader dell’opposizione Tzipi Livni ha criticato duramente il primo ministro accusandolo di non essere ancora intervenuto sulle vere cause delle proteste e di cercare solo di prendere tempo, ma i sondaggi dicono che sono i partiti dell’opposizione a perdere voti negli ultimi giorni, a favore di formazioni più di sinistra.
foto: AP Photo/Ariel Schalit