Cosa ha detto Standard & Poor’s sul rating degli USA
I punti principali del documento che per la prima volta nella storia abbassa il giudizio sulle prospettive americane ad "AA+"
Il documento con cui l’agenzia di rating Standard & Poor’s ha ieri notte comunicato che per la prima volta nella storia la valutazione della maggiore potenza economica mondiale viene abbassata dal massimo di “AAA”, è intitolato “Il rating sul lungo termine degli Stati Uniti abbassato a ‘AA+’ sulla base di rischi politici e crescenti oneri del debito; outlook negativo”. La notizia della decisione di S&P era temuta da diversi giorni, soprattutto in conseguenza delle tensioni e i problemi generati dalla discussione politica intorno all’innalzamento del tetto del debito degli Stati Uniti, ed era stata ormai data per certa nella giornata di ieri. Il documento – un testo di sei pagine – si apre con una “overview” che ne sintetizza i punti fondamentali. La lista CreditWatch citata al primo punto è un elenco in cui S&P inserisce i titoli di cui è probabile un declassamento negativo nei tre mesi successivi. Gli Stati Uniti erano stati inseriti a metà luglio scorso.
Abbiamo abbassato la nostra valutazione del credito sovrano a lungo termine degli Stati Uniti da “AAA” a “AA+” e abbiamo stabilito a “A- 1+” la valutazione a breve termine.
– Abbiamo anche rimosso le valutazioni a breve e a lungo termine dalla lista CreditWatch.
– Il declassamento riflette la nostra opinione che il piano di consolidamento fiscale approvato di recente dal Congresso e dal Governo siano insufficienti rispetto a quello che, a nostro parere, sarebbe necessario per stabilizzare le dinamiche del debito governativo a medio termine.
– Più in generale, il declassamento riflette la nostra opinione che l’efficacia, la stabilità e la prevedibilità dell’azione governativa americana e delle istituzioni politiche si siano indebolite in un momento di difficoltà foscali ed economiche, ancora più di quanto avevamo previsto quando assegnammo alla valutazione prospettive negative, il 18 aprile 2011.
– Da allora abbiamo modificato la nostra opinione sulle difficoltà nella ricerca di un punto di incontro tra i partiti politici sulla politica fiscale, e questo ci rende pessimisti sulla capacità del Congresso e del Governo di trasformare il loro accordo di questa settimana in un piano più ampio di consollidamento fiscale che stabilizzi le dinamiche del debito governativo il più presto possibile.
– La previsione per la valutazione a lungo termine è negativa. Potremmo abbassare la valutazione a “AA” entro i prossimi due anni, se vedessimo che una riduzione della spesa minore di quella prevista, tassi di interesse più alti o una maggiore pressione fiscale in quell’arco di tempo risultassero in una traiettoria del debito governativo più alta di quella che assumiamo attualmente nelle nostre previsioni.