Il viaggio verso Giove
Oggi la navicella Juno partirà alla scoperta del pianeta più grande del sistema solare, che raggiungerà soltanto tra cinque anni
Terminato il programma spaziale dello Shuttle, la NASA riparte con un viaggio verso Giove. Oggi alle 17.30 ora italiana la navicella Juno partirà dal Kennedy Space Center di Cape Canaveral, Florida, verso il più grande pianeta del sistema solare. La navicella entrerà in contatto con Giove soltanto tra cinque anni, il 4 luglio del 2016, quando inizierà a raccogliere informazioni sulla composizione della sua superficie e della sua atmosfera. Il viaggio costerà 1,1 miliardi di dollari.
L’obiettivo della missione è ottenere informazioni sulle origini del sistema solare, perché secondo gli scienziati quello che si trovava su Giove 4,5 miliardi di anni fa è ancora lì, nascosto nelle sue nubi gassose. «Giove contiene la storia del sistema solare», ha detto Jason Bolton, direttore del dipartimento di astronomia al Southwest Research Institute di San Antonio. «Se si vuole capire il processo che portò dalla formazione del sole alla formazione dei pianeti si deve capire che cosa successe a Giove e come».
Il sistema solare nacque da una nebulosa di gas interstellari in contrazione. Al centro della nebulosa si sarebbe creata una parte più densa e di conseguenza la nube, sotto la spinta della forza gravitazionale, avrebbe cominciato a contrarsi. In pochi milioni di anni, nella zona centrale, la densità e la temperatura sarebbero aumentate e si sarebbe formato il proto-Sole. Contemporaneamente, la contrazione avrebbe causato un aumento della velocità di rotazione e della forza centrifuga del sistema. Così la nube si sarebbe appiattita, assumendo un aspetto simile a un disco rotante intorno al Sole. Da questo disco si sarebbero poi formati i pianeti.
Giove potrebbe fornire indicazioni molto preziose su queste prime fasi di vita del sistema solare, perché fu il primo pianeta a formarsi. Una precedente missione su Giove, condotta dalla navicella Galileo, aveva confermato che il pianeta contiene una concentrazione di elementi pesanti superiore a quella del Sole, ma finora gli scienziati non sono riusciti a dare una spiegazione univoca a questo fenomeno. I dieci strumenti a bordo della sonda, due dei quali sono italiani, raccoglieranno dati su origine, struttura, atmosfera e campo magnetico del pianeta e forniranno le immagini della superficie di Giove più dettagliate e ravvicinate mai arrivate a Terra.