È morto Rudolf Brazda
Era l'ultimo sopravvissuto dell'Olocausto ad essere stato deportato perché omosessuale
Mercoledì 3 agosto è morto in una casa di riposo di Bantzenheim, nella regione francese dell’Alsazia e vicino al confine con la Germania, Rudolf Brazda, l’ultimo sopravvissuto alla deportazione nazista degli omosessuali. Aveva 98 anni.
Di origine ceca, ma cittadino francese dal 1960, Brazda era stato nominato cavaliere della Legione d’Onore francese lo scorso aprile. Durante il nazismo circa 10mila persone vennero deportate a causa del loro orientamento sessuale. All’interno dei campi erano contraddistinti da un triangolo rosa cucito sui vestiti. Nato nel 1913 in Germania, in una famiglia ceca di lingua tedesca, Brazda era stato espulso nel 1937 nell’allora Cecoslovacchia dopo una condanna a sei mesi di prigione a causa della sua omosessualità. Dopo l’annessione del territorio dei Sudeti (la zona settentrionale dell’attuale Repubblica Ceca) da parte della Germania nazista nel 1938, Brazda era stato nuovamente condannato a 14 mesi di carcere e poi deportato, in quanto “recidivo”, nel campo di concentramento di Buchenwald, nella Germania centrale. Dopo la guerra si trasferì in Francia, anche se non imparò mai a parlare fluentemente il francese e preferì sempre esprimersi in tedesco. Insieme a Jean-Luc Schwab aveva pubblicato in Francia il libro di memorie “Itinerario di un Triangolo rosa” in cui narra i 32 mesi della sua prigionia.
foto: AP Photo/dapd, Ronny Hartmann, File