Continua l’assalto contro Hama
L'esercito siriano ha ripreso a bombardare la città a nord di Damasco, dove ieri sono già morte cento persone
Le forze dell’esercito siriano continuano a bombardare Hama, la città dove negli ultimi giorni si è concentrata la repressione del regime di Assad e dove soltanto ieri sono morte circa cento persone. I militari hanno iniziato a sparare colpi d’artiglieria pesante intorno alle 7.30 ora locale, dopo una notte relativamente calma. Secondo alcuni testimoni venticinque persone sarebbero già state uccise.
Secondo gli ultimi aggiornamenti almeno 142 persone sarebbero morte ieri negli scontri in Siria. Le organizzazioni umanitarie parlano di una situazione tragica soprattutto negli ospedali, impreparati a gestire un numero di feriti così elevato. L’intervento dell’esercito ad Hama è arrivato dopo la manifestazione di protesta di venerdì, che aveva portato in strada circa 500mila persone. Alcuni testimoni hanno detto di avere visto i soldati dell’esercito sparare deliberatamente contro le persone che cercavano di soccorrere i feriti e che anche un infermiere dell’ospedale di Hama sarebbe stato ucciso in strada in questo modo.
La comunità internazionale ha nuovamente condannato la repressione del presidente siriano Bashar al-Assad e minacciato ulteriori e più pesanti sanzioni. Barack Obama ha detto che gli Stati Uniti isoleranno il regime di Assad e staranno «dalla parte del popolo siriano» e il ministro degli Esteri britannico, William Hague, ha chiesto di aumentare la «pressione internazionale» sulla Siria, pur escludendo la possibilità di un’azione militare. Anche il segretario generale della NATO, Anders Fogh Rasmussen, ha precisato che al momento non esistono le condizioni per un intervento militare. Nel frattempo l’Unione Europea ha fatto sapere che rafforzerà le sue sanzioni contro il regime di Damasco.