Lo scandalo Murdoch continua, intanto
È stata spiata anche la mamma di una bambina uccisa nel 2000: nell'ultimo numero del News of the World aveva definito i giornalisti "amici e alleati"
La polizia britannica sta continuando a indagare sui metodi illegali usati dai giornalisti dei tabloid britannici, nell’ambito dell’inchiesta che vede al centro i dirigenti del gruppo Murdoch e soprattutto il News of the World. Questa storia ha già abituato l’opinione pubblica britannica a particolari sgradevoli, dallo spionaggio ai danni dei parenti delle persone uccise in Iraq o negli attentati di Londra, a quello ai danni di Milly Dowler, la bambina rapita qualche anno fa e poi trovata morta. Eppure ne vengono continuamente fuori di nuovi.
L’ultimo riguarda ancora una volta Rebekah Brooks, ex capo di News International, la società di Rupert Murdoch sotto accusa in Gran Bretagna. La vittima stavolta è Sara Payne, mamma di Sarah, una bambina di 8 anni che nel luglio del 2000 fu rapita e uccisa da Roy Whiting, un uomo con precedenti per reati di pedofilia. Sara Payne era tra le centinaia di persone spiate da Glenn Mulclaire, l’investigatore privato già condannato nel 2007 e ora di nuovo indagato per le intrusioni telefoniche.
Dopo Milly Dowler, l’operazione “Weeting” di Scotland Yard sta rivedendo tutti i casi di omicidio o violenza su bambini dal 2001 ad oggi per scoprire se i parenti delle vittime sono stati intercettati. Per il momento non ci sono prove che il cellulare della madre di Sarah fosse tra quelli sotto controllo, ma la polizia britannica ha trovato tra gli appunti dell’investigatore privato molti dati personali sulla Payne. Sembra che le informazioni siano state ricavate dal telefono della donna, regalatole undici anni fa proprio da Rebekah Brooks, all’epoca dei fatti direttore del News of the World.
La Brooks ha dichiarato che non si trattava di un regalo personale, ma della direzione del giornale. Il telefono sarebbe servito alla Payne per rimanere in contatto con i sostenitori della campagna per la “Sarah’s law”. Il tabloid infatti si era fatto portavoce di una controversa campagna per ottenere la pubblicazione delle liste dei condannati per reati di pedofilia. Il risultato fu l’adozione del “Britain’s Child Sex Offender Disclosure Scheme”, soprannominato “Sarah’s law”, che permette ai genitori di controllare se gli adulti che frequentano abitualmente i loro figli hanno precedenti per pedofilia.
Gli amici di Sara Payne hanno detto alla stampa che questa è profondamente addolorata. In questi anni aveva considerato i giornalisti di News of the World come “degli amici e degli alleati” e non riteneva possibile essere nella lunghissima lista delle persone spiate. Alcuni giornalisti erano presenti ai funerali dei genitori della donna e sono andati anche a trovarla in ospedale dopo l’infarto che l’ha colpita, lasciandola semiparalizzata, nel dicembre del 2009. Lo scorso 10 luglio Sara Payne aveva scritto una lettera di commiato nell’ultima edizione del News of the World, riferendosi alla redazione come ai “miei buoni e fedeli amici”. La rivelazione mette in discussione anche il possibile ruolo di Rebekah Brooks, che ha sempre detto di essere del tutto estranea alla pratica delle intercettazioni illecite. La Payne non ha ancora deciso se fare causa al giornale.
foto: LEON NEAL/AFP/Getty Images