Il primo ministro della Somalia attacca l’ONU
Portare gli aiuti è molto difficile ma il governo sostiene che le Nazioni Unite non stanno facendo abbastanza
Il primo ministro della Somalia ha accusato l’ONU di non fare abbastanza per distribuire gli aiuti destinati alle vittime della carestia in Somalia. «Hanno accumulato una quantità di cibo che potrebbe sfamare un milione di persone per un giorno», ha detto oggi il premier Abdiweli Mohamed Ali ad Al Jazeera. «Vi posso assicurare che non c’è nessun motivo di mettere da parte le scorte in una situazione come questa».
Il World Food Program, il Programma Alimentare dell’ONU, ha respinto le accuse tramite il suo portavoce sostenendo di avere distribuito cibo alle vittime su base quotidiana. «Stiamo distribuendo cibo a Mogadiscio e lo stiamo facendo ogni giorno, stiamo sfamando più di 300mila persone a Mogadiscio». Un aereo carico di dieci tonnellate di alimenti è arrivato in città dal Kenya mercoledì. La settimana scorsa le Nazioni Unite hanno dichiarato ufficialmente che l’area meridionale della Somalia è colpita da una grave carestia dovuta a un periodo di intensa siccità, che non interessava così duramente il paese da almeno sessant’anni.
Portare gli aiuti non è semplice perché i gruppi armati che controllano il territorio non danno sufficienti garanzie di sicurezza, né per le istituzioni internazionali né per le associazioni non governative. Il gruppo insurrezionale islamista Al-Shabaab, da tempo in lotta per rovesciare il governo somalo, controlla diversi territori della Somalia e nel 2009 aveva imposto un blocco agli aiuti umanitari provenienti dall’estero, spiega BBC. Negli ultimi mesi, il movimento ha allentato l’embargo, consentendo ad alcune agenzie di portare i loro aiuti. Stati Uniti e Nazioni Unite chiedono da giorni maggiori garanzie per poter operare in Somalia e portare aiuto alle popolazioni colpite dalla carestia.
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