I verbali dell’inchiesta Penati
«Penati mi disse che avrei dovuto dare qualcosa al partito», ha detto ai pm l'imprenditore e politico di centrodestra che lo accusa
Oggi il Corriere della Sera pubblica molti estratti dai verbali dell’inchiesta della procura di Monza che vede tra gli indagati Filippo Penati, ex presidente della provincia di Milano, accusato di corruzione, concussione e finanziamento illecito ai partiti. I verbali contengono soprattutto le parole di Giuseppe Pasini, l’imprenditore e consigliere comunale di centrodestra la cui denuncia ha dato inizio all’inchiesta, e di Giuseppe Di Caterina, imprenditore e presunto ex uomo di fiducia di Penati, che avrebbe ricevuto le tangenti per suo conto.
«Quello di cui sono assolutamente certo – scandisce ai pm il costruttore Giuseppe Pasini – è che ho pagato 4 miliardi di lire in due tranche a Di Caterina all’estero perché così mi era stato chiesto da Penati in relazione all’approvazione del piano regolatore dell’area Falck di Sesto». Pur coperti da una pioggia di omissis, ecco gli interrogatori di Pasini e dell’imprenditore del trasporto urbano Piero Di Caterina, dai quali è nata tutta l’inchiesta sull’ex sindaco ds di Sesto San Giovanni e dimessosi vicepresidente pd del consiglio regionale lombardo Filippo Penati.
Pasini, nel 2007 candidato del centrodestra a Sesto, nel 2000 era il costruttore che stava per acquistare dai Falck l’area delle ex acciaierie. «Io – ricorda ai pm – sono andato a chiedere a Penati se, nel caso avessi comprato l’area Falck, era possibile arrivare a una licenza. Penati mi disse che avrei dovuto dare qualcosa al partito ovvero a qualcuno. A tal fine ho incontrato Penati in Comune nel 2000», il quale «mi disse che l’operazione mi sarebbe costata 20 miliardi di lire in tranche di 4 miliardi l’una. Mi disse anche che a prendere accordi con me sarebbe venuto Di Caterina» che, «all’epoca molto amico dell’amministrazione e in particolare di Penati, aveva il compito di portare a casa dei quattrini». Per chi? «Penati non mi disse che i soldi servivano per qualche personaggio politico più in alto, ma ho immaginato che questo potesse essere perché tutti erano interessati all’operazione».