Una chance per il Belgio?
Un momento di ottimismo tocca la crisi politica che tiene il paese senza governo da più di un anno
Per la prima volta in mesi, da ieri arrivano segnali incoraggianti sui negoziati tra i partiti del Belgio per uscire dalla crisi politica che tiene il paese senza un governo dalle elezioni del 13 giugno 2010. Il re Alberto II ha nominato formateur Elio Di Rupo, presidente del Partito Socialista francofono. Il formateur ha l’incarico di guidare la formazione di una coalizione di governo. Nei tredici mesi che sono passati dall’inizio della crisi attuale, diverse figure sono state nominate dal re con una grande varietà di incarichi e denominazioni per cercare di uscire dalla crisi: negoziatore, “pre-formateur“, mediatore, mandato esplorativo.
Il risultato elettorale a metà giugno 2010 aveva portato a una interminabile fase di stallo istituzionale che mediatori, politici e politologi non sono ancora riusciti a superare: nel nord hanno vinto gli autonomisti della Nuova Alleanza Fiamminga (Nieuw-Vlaamse Alliantie, N-VA) di Bart De Wever, mentre il sud ha visto l’affermazione dei francofoni del Partito Socialista guidato da Elio Di Rupo. I risultati hanno sintetizzato la crisi politica che da anni colpisce il Belgio, diviso nettamente tra nord e sud dal punto di vista culturale, linguistico ed economico: le due comunità hanno giornali, televisioni e partiti diversi, e i fiamminghi ritengono che la parte francese, più povera, sia una palla al piede per il loro sviluppo economico: nei mesi scorsi, De Wever aveva parlato del Belgio come di uno “stato fallito”. Il N-VA fiammingo vuole maggiore autonomia fiscale e la revisione dello status della capitale, Bruxelles, linguisticamente a maggioranza francese e ufficialmente bilingue, ma che i fiamminghi rivendicano come propria.
Finora i due partiti non sono riusciti a mettersi d’accordo sui due temi politici centrali: la questione di Bruxelles e un progetto di riforma dello stato, che includa tra le altre cose anche l’autonomia fiscale. L’ultima proposta di Di Rupo (già pre-formateur da luglio a settembre 2010) sembra però avere qualche possibilità di successo maggiore rispetto al passato: i negoziati includeranno otto partiti lasciando fuori i fiamminghi del N-VA, ma coinvolgendo invece un’altra delle principali forze del centrodestra, il partito Cristiano Democratico e Fiammingo (CD&V). Il CD&V, che in precedenza aveva detto che non sarebbe mai entrato a far parte di un governo senza il N-VA, ha accettato alcune condizioni sulla questione di Bruxelles, lasciando di fatto all’opposizione solo il N-VA e il Vlaams Belang, il partito populista e nazionalista di Filip De Winter. I negoziati sono arrivati all’accordo decisivo all’una di notte di venerdì 22 luglio, dopo una riunione durata sette ore. La formazione del governo appare ancora lontana, ma il grande passo avanti è stato quello di definire almeno gli interlocutori disposti a scendere a un compromesso.
La scelta del CD&V è stata accolta con molto favore dalla stampa belga e dal partito socialista: il ministro-presidente della Vallonia Rudy Demotte ha detto che si tratta del “primo segnale positivo dalle elezioni”. I negoziati, però, stanno per entrare in una fase di pausa e rimarranno sospesi fino al prossimo 15 agosto.
foto: AP Photo/Thierry Charlier