Il capo della polizia sudafricana è nei guai
Uno scandalo di corruzione e tangenti sta mettendo in difficoltà il presidente Zuma e i suoi amici ben posizionati
Il generale Bheki Cele, capo della polizia sudafricana e membro dell’African National Congress (il partito al governo in Sudafrica), è al centro di un’inchiesta da parte dell’ombudsman del Sudafrica, Thuli Madonsela, per aver affittato due sedi della polizia da un amico del presidente sudafricano Jacob Zuma, pagandole tre volte il prezzo del mercato e senza gara d’appalto. L’ombudsman è una specie di difensore civico, una figura di controllo dell’operato di un’azienda, un ente pubblico o un governo e di tutela degli interessi dei cittadini, presente a livello nazionale in molti paesi del mondo.
Secondo la relazione di Madonsela, il generale Cele e il ministro dei lavori pubblici, Gwen Mahlangu-Nkabinde, hanno agito in modo “improprio” e “illegale” nella scelta delle sedi della polizia della provincia dello KwaZulu-Natal, a Durban, e nazionale, a Pretoria, garantendo a un imprenditore immobiliare circa 180 milioni di euro di denaro pubblico per il pagamento degli affitti. Cele avrebbe dovuto tenere una conferenza stampa per spiegare la vicenda lo scorso martedì, 19 luglio, ma all’ultimo momento l’evento è stata rimandata a oggi, 22 luglio. Poche ore fa però l’appuntamento è stato annullato senza spiegazioni, e il quotidiano sudafricano Times dà ormai per sicuro l’abbandono dell’incarico da parte di Cele e la sua nomina ad ambasciatore in Giappone.
Il problema della corruzione è molto grave in Sudafrica: nel 2009 il generale Cele ha sostituito come capo della polizia Jackie Selebi, condannato per aver accettato tangenti per decine di migliaia di dollari da un trafficante di droga. L’inchiesta coinvolge direttamente anche il presidente Jacob Zuma, in carica dal 2009, che ha fatto della lotta alla corruzione uno dei temi principali della sua campagna elettorale ma si è sempre dimostrato molto timido nel perseguire i suoi più stretti collaboratori e alleati all’interno dell’African National Congress. Lo stesso presidente è stato accusato, nel 2009, di aver ricevuto tangenti dal suo consulente finanziario, Schabir Shaik, che è stato condannato per corruzione, mentre le accuse verso il presidente sono state ritirate all’ultimo minuto.
Zuma è stato molto attento nell’affidare cariche di centrale importanza nei servizi di sicurezza e di intelligence del Sudafrica a suoi stretti alleati, molti dei quali provenienti come lui dalla provincia dello KwaZulu-Natal. Il fratello di Schabir Shaik, Mo Schaik, è diventato capo dei servizi segreti. Jeff Radebe, uno dei collaboratori del presidente, è stato nominato ministro della giustizia. Anche il generale Cele è stato tra i suoi più convinti sostenitori di Zuma, ma come spiega l’Economist nell’ultimo periodo avrebbe iniziato a sostenere Tokyo Sexwale, attuale ministro per le abitazioni e maggior avversario di Zuma all’interno dell’African National Congress. Tra 17 mesi l’ANC terrà il suo congresso quinquennale e nominerà nuovi dirigenti, e come è accaduto spesso in passato il congresso è preceduto da intensi scontri tra le fazioni in gioco.
Thuli Madonsela, l’ombudsman che ha portato avanti l’inchiesta contro Cele, ha denunciato pesanti intimidazioni nei confronti suoi e di chi la ha aiutata nelle indagini: agenti dei servizi segreti le hanno fatto visita più volte negli ultimi mesi e un computer di un suo collaboratore è stato manomesso. Anche altri funzionari di polizia che hanno collaborato con Madonsela sono stati fatti oggetto di indagine da parte della polizia: il capo dell’unità di investigazioni speciali della polizia, ad esempio, è attualmente sotto inchiesta per corruzione.
foto: AP Photo/Themba Hadebe