Perché Mourinho non perde mai in casa

David Runciman tenta di spiegare che cos'è il fattore campo e perché incide nei risultati delle partite, tradotto da Internazionale

Il numero di questa settimana di Internazionale traduce un saggio scritto da David Runciman per la London Review of Books. Parte dal calcio ma parla dello sport in generale, e tenta di spiegare un fenomeno che tutti diamo per scontato pur non afferrandone a pieno le ragioni: il fattore campo. Perché chi gioca in casa vince più spesso di chi gioca in trasferta?

Fino a poco tempo fa, uno dei record più incredibili dello sport apparteneva a un allenatore di calcio, l’amato e odiato portoghese José Mourinho. Prima che il Real Madrid venisse sconfitto per 1-0 dallo Sporting Gijón, il 2 aprile scorso, Mouri­nho non perdeva in casa una partita di campionato da più di nove anni con una sua squadra. La serie è durata per 150 partite e ha attraversato quattro campionati diversi (oltre al Real Madrid, Mourinho ha allenato il Porto, il Chelsea e l’Inter).

È vero che Porto, Chelsea, Inter e Real Madrid sono club ricchi e potenti e raramente perdono in casa, ma nove anni sono comunque un’eternità. Anche ammettendo che le squadre ospiti avessero in media non più del dieci per cento di possibilità di battere le squadre di Mourinho (per alcune, come il Gijón, le possibilità erano perfino meno; per altre avversarie, come lo Sporting Lisbona, il Milan, il Manchester United o il Barcellona, erano molte di più), la probabilità di rimanere imbattuti per 150 partite è più o meno una su sette milioni.

Come ha fatto? È difficile rispondere a questa domanda perché, in realtà, gli enigmi da sciogliere sono due. Il primo riguarda Mourinho. È straordinariamente bravo, straordinariamente fortunato, o un po’ dell’uno e dell’altro? Possiede una formula segreta oppure il suo segreto è che non ha segreti, ma solo la faccia tosta di far credere che sa il fatto suo? Il secondo enigma, invece, non ha niente a che vedere con Mourinho, e riguarda il cosiddetto fattore campo. Perché è tanto difficile battere una squadra nel suo stadio? Perché ogni squadra, per quanto imbattibile in casa, perde una parte della sua invincibilità quando gioca in trasferta? Il Chelsea, che durante i tre anni e mezzo di Mourinho non ha mai perso in casa, fuori casa è stato sconfitto dieci volte.

Il fenomeno non riguarda solo i grandi club. Prendiamo un qualsiasi campionato di calcio europeo in cui tutte le squadre si affrontano due volte durante la stagione, una volta in casa e una in trasferta. Sommiamo il numero totale delle vittorie in casa e confrontiamolo con quello delle vittorie in trasferta. Nella migliore delle ipotesi, il rapporto sarà di 60 a 40 a favore delle squadre di casa (spesso è più alto: nella Premier league inglese il fattore campo incide per circa il 63 per cento, nella Liga spagnola per il 65 e nella serie A italiana per il 67 per cento).

Il fattore campo ha un peso in quasi tutti gli sport maggiori, anche se le proporzioni variano. I tifosi ci sono talmente abituati che danno per scontato che la loro squadra abbia più possibilità di vincere se gioca sul suo campo. E pensano anche di sapere il motivo: perché il pubblico di casa incita i giocatori. In realtà non ci sono prove che sia così. Nonostante le numerose ricerche sul tema pubblicate dalle più importanti riviste di scienza dello sport, non c’è una spiegazione conclusiva su che cosa faccia giocare meglio le squadre di casa. È questo il vero enigma del fattore campo: tutti sanno che esiste ma nessuno sa perché.

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