Il prossimo è Les Hinton?
Il New York Times racconta uno dei più fedeli uomini di Murdoch, oggi a capo di Dow Jones ma responsabile dei tabloid inglesi negli anni in questione
Aggiornamento 22,45: Les Hinton si è dimesso.
Il New York Times ha pubblicato un ritratto di Les Hinton, fedele braccio destro di Rupert Murdoch ormai da mezzo secolo, alludendo alla probabilità che possa essere coinvolto nelle attività per cui in questi giorni la società News Corp. di Murdoch è sotto accusa in Gran Bretagna, e da ieri anche negli Stati Uniti. Il racconto del New York Times va letto tenendo presente la accesa rivalità editoriale e commerciale con il Wall Street Journal di Murdoch (Les Hinton è amministratore delegato di Dow Jones, la società che pubblica il WSJ), resa ancora più agguerrita da una serie di iniziative e progetti competitivi col Times attivati al Journal da quando Murdoch ne è diventato proprietario.
Les Hinton ha 67 anni, è nato in Inghilterra e «ha lavorato in ogni settore dell’azienda», cominciando come giornalista a 15 anni in Australia e finendo come capo di Dow Jones ed editore del «gioiello» dell’impero mediatico americano di Murdoch, il Wall Street Journal. Tra il 1995 e il 2007 ha guidato News International, la società del gruppo che possiede i giornali britannici sotto accusa in questi giorni, prima di lasciare il posto che dopo un interim dello stesso Murdoch passò a Rebekah Brooks (che si è dimessa venerdì in mezzo allo scandalo, e sarà sostituita da Tom Mockridge).
Fu già interrogato nei primi superficiali abbozzi di inchiesta sulle pratiche dei tabloid che amministrava nel 2006, e negò di essere a conoscenza dell’esistenza di simili pratiche, che allora furono attribuite all’iniziativa personale di un solo giornalista. Secondo il Times, per quello che si è scoperto in queste settimane, nel migliore dei casi Hinton è stato negligente nell’aver lasciato che un malaffare giornalistico crescesse sotto la sua gestione. «Intollerabile per un manager di quel calibro» dice Claire Enders, un’esperta britannica di media che mette però in conto che a Hinton possano invece essere contestate «connivenza e presunte attività criminali».
Neil Wallis, il vice direttore di News of the World arrestato ieri nel corso dell’inchiesta in Gran Bretagna, era stato assunto da Hinton in quel periodo, malgrado lo stesso Wallis fosse stato in precedenza condannato per violazione della privacy per aver pubblicato su un altro giornale le foto di un personaggio radiofonico nudo e lo stesso Hinton gli avesse dato dell’«idiota» per questo. Il New York Times descrive Hinton come un personaggio molto popolare all’interno dell’azienda (circola il motto “Les is more”, gioco di parole intraducibile che significa “Less è meglio”: anche se il suo nome si pronuncia “Lez”) e un gran ballerino.
Durante il suo periodo a Londra alla guida di News International fu anche a capo della commissione che definiva il codice etico dei giornalisti, mantenendo sempre posizioni molto ostili a regolamentazioni più severe ed esigenti. Ma secondo Niri Shan, un avvocato londinese che si occupa di stampa, gli editori inglesi sono molto attenti alle cause per diffamazione ed è difficile pensare che Hinton non pretendesse di sapere da dove venivano le informazioni del Sun e di News of the World.