La decrescita editoriale
Marco Cassini, fondatore di Minimum Fax, aderisce alla proposta di produrre meno libri e venderli meglio
C’è un interessante dibattito che sta crescendo a proposito delle distorsioni crescenti in un settore che non riesce a trovare un equilibrio tra il suo aspetto culturale e pedagogico e quello commerciale ed economico, quello dei libri. Oggi Marco Cassini, fondatore e socio della casa editrice Minimum Fax torna sul tema aderendo a una proposta coraggiosa.
Negli ultimi anni, quando mi è capitato di parlare agli studenti del Master in Editoria dell’Università La Sapienza o agli allievi del corso di editoria di minimum fax degli aspetti commerciali di una casa editrice, ho più volte espresso un concetto (interiorizzato negli ultimi tre anni passati a fare il direttore commerciale, e della cui intuizione ero piuttosto fiero) che qui sintetizzo in brevi affermazioni: noi editori spesso sbagliamo perché abbiamo sempre in mente come nostri diretti referenti i lettori; pensiamo al pubblico di lettori che segue le nostre scelte da anni e ci chiediamo: “Cosa penseranno di questa scelta? Leggeranno anche questo libro? Apprezzeranno il titolo su cui stiamo lavorando ora?” Ma in realtà quello che dimentichiamo è che noi editori solo molto raramente abbiamo un contatto, un rapporto diretto coi nostri lettori. Prima di convincere i nostri lettori dobbiamo convincere una serie di soggetti intermedi: il responsabile della nostra rete promozionale; che a sua volta convincerà i singoli promotori o agenti di vendita; che a loro volta parleranno del nostro libro a centinaia di librai di ogni regione d’Italia, che infine – solo al termine di questo tortuoso percorso – proporranno il nostro libro all”‘utilizzatore finale”. Perché è così che funziona normalmente il sistema distributivo editoriale.
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(Photo by Lisa Maree Williams/Getty Images)
– La legge contro gli sconti sui libri
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