I giornali di Murdoch controllavano anche Gordon Brown
Ben tre quotidiani del gruppo News International spiarono per almeno dieci anni la famiglia dell'ex primo ministro britannico
Lo scandalo intorno alle pratiche illegali che erano abituali per i giornalisti del tabloid inglese News of the World – di proprietà di News International, la società posseduta da Rupert Murdoch – continua a montare, proprio quando la scoperta dei controlli sulla segreteria telefonica di una ragazzina sequestrata e uccisa sembrava aver fatto toccare il punto più incredibile e intollerabile della storia, culminata nella chiusura del quotidiano.
Invece lunedì è emerso che il giornale aveva anche cercato – tramite un investigatore – di controllare la segreteria dell’ex primo ministro britannico Gordon Brown, e che era riuscito a ottenere accesso ai suoi documenti bancari, fiscali e amministrativi; e che l’investigatore aveva corrotto almeno un agente per consultare gli archivi della polizia in cerca di informazioni su Brown, “osservato” per almeno dieci anni. Alcuni dei documenti erano stati passati ad altri giornali, ma qualcuno aveva cercato di ottenere informazioni bancarie e legali su Brown spacciandosi per lui per conto del Sunday Times, sempre un giornale di Murdoch. Mentre informazioni sulla malattia del figlio di Brown erano state raccolte dal Sun, ancora un quotidiano di Murdoch. La polizia ha trovato documenti su Brown in possesso di Glenn Mulcaire, l’investigatore già al centro dello scandalo sviluppatosi finora.
L’inchiesta di Scotland Yard sta però rivelando continuamente nuovi dettagli sull’estensione delle pratiche di sorveglianza operate da alcuni giornali britannici – si è saputo che anche il principe Carlo e sua moglie Camilla si sono aggiunti ai membri della famiglia reale informati dalla polizia di essere stati sorvegliati – e l’intensità con cui era stata presa di mira la famiglia di Gordon Brown supera quella di ogni altra vittima rivelata finora (altri politici sono stati avvisati da Scotland Yard dei controlli condotti dai giornali sulle loro vite private). Sarah Brown, moglie dell’ex primo ministro, ha scritto su Twitter il suo sdegno per le intrusioni nella sua privacy scoperte oggi. David Muir, uno dei maggiori consiglieri di Downing Street all’epoca, ha raccontato oggi che i coniugi Brown vennero avvicinati da Rebekah Brooks – allora direttore del Sun, oggi indicata come la principale responsabile della rete di illegalità condotte dal News of the World di cui è stata direttore fino a domenica scorsa – che disse loro di sapere della fibrosi cistica che era appena stata diagnosticata al loro bambino Fraser: la notizia fu data dal Sun con grande tempestività. Adesso ci si chiede se anche la notizia dell’emorragia cerebrale che aveva ucciso la prima figlia dei Brown appena nata sia arrivata ai giornali con grande rapidità grazie a qualche pratica di sorveglianza scorretta.
Intanto nel corso dell’inchiesta si è scoperto che alcuni agenti di polizia avevano saputo di avere i telefoni intercettati dai giornali di Murdoch nel 2006 e c’è il sospetto che non li abbiano perseguiti per paura di ritorsioni pubbliche da parte degli stessi giornali a partire dalle informazioni raccolte su di loro.