Veltroni contro il referendum Passigli (e contro le province)
In una lettera a Repubblica chiede di cambiare la legge elettorale in parlamento e critica il PD e Franceschini sull'abolizione delle province
Caro Direttore, vorrei rivolgermi dalle colonne di Repubblica, ai promotori del referendum sulla legge elettorale che ha come primo firmatario l´ex senatore Passigli. Apprezzo la disponibilità mostrata ieri alla sospensione della raccolta delle firme e credo che si debba esser disponibili all´incontro che viene richiesto. Ma la sospensione rischia di avere un carattere temporaneo, mentre sarebbe più giusto ritirare definitivamente tutti i quesiti e sgomberare il campo per consentire un impegno unitario contro il Porcellum. Questa disponibilità è già un risultato dell´iniziativa annunciata in questi giorni da rappresentanti delle forze politiche di centrosinistra per il ritorno al Mattarellum. Infatti, se andasse avanti la proposta Passsigli l´esito sarebbe chiaro: un sistema proporzionale, con una soglia di sbarramento al 4%, l´abolizione del premio di maggioranza e, infine, la permanenza delle liste bloccate. Non ci sarebbero preferenze, non ci sarebbero collegi uninominali e resterebbero le liste decise dai vertici di partito perché la scheda elettorale, non modificata dal quesito, non prevederebbe gli spazi per indicazioni nominali.
Torneremmo ai tempi dei governi contrattati stile Prima Repubblica e il tutto con un sistema dei partiti che non è certo più quello ereditato dalla Resistenza. L´instabilità politica insieme alla guerra fredda produsse allora l´assenza di alternanza e, per paradosso, la fragilità di governi che hanno non poco contribuito alla crescita abnorme del debito pubblico che strangola l´Italia. In questo paese, sempre con lo sguardo rivolto all´indietro e immemore delle devastazioni della stagione delle stragi e della P2, sarebbe un paradosso se si volesse tornare a un tempo di dominio dei partiti e di riduzione del potere di decisione dei cittadini.
Anche questi anni sono stati orrendi. E pure se si è conosciuta l´alternanza e per la prima volta la sinistra, tutta, ha governato l´Italia, la presenza di Berlusconi ha inquinato tutta la vita pubblica e costretto il bipolarismo in una morsa micidiale in cui sono spariti i problemi, le strategie e i valori. Si è diffusa una corruzione e un degrado della vita pubblica non dissimile da quella devastante dei tempi denunciati, proprio trent´anni fa sulle colonne di questo giornale, da Enrico Berlinguer. Ma ora che il berlusconismo sta volgendo al termine si apre la possibilità per questo fantastico e sfortunato paese di conoscere finalmente un bipolarismo vero, non la caricatura orrenda di questi anni. Una possibile alternanza tra schieramenti di tipo europeo: un centrodestra di matrice liberale e rispettoso delle regole della democrazia e un centrosinistra riformista. C´è dietro il referendum Passigli una legittima aspirazione, onestamente dichiarata dall´onorevole Casini e da altri, di tornare a quando i governi non li decidevano i cittadini con il loro voto.
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