Pamplona è sempre Pamplona
Le foto dei tori per le strade della città, nel rituale più celebre e dissennato della festa di San Firmino
La festa di San Firmino a Pamplona, in Spagna, è famosa soprattutto per la corsa dei tori. La corsa, chiamata encierro, si tiene tutte le mattine alle otto, a partire dal 7 al 14 luglio. Migliaia di persone corrono davanti a una dozzina di tori lungo un tragitto di 826 metri. Il percorso parte dai recinti in cui si trovano gli animali, termina nella plaza de toros ed è affiancato da un doppio recinto di legno: nella fascia centrale si svolge la corsa e in quelle esterne si posiziona chi vuole semplicemente assistervi. Il sistema di doppie barricate permette anche ai corridori di trovare una via di fuga da un’eventuale – e tutt’altro che improbabile – carica dei tori. Per partecipare alla corsa, che dura circa tre-quattro minuti, bisogna avere almeno 18 anni, correre nella stessa direzione dei tori, non provocarli, ed essere sobri.
Questa dissennata pratica è piuttosto antica e la sua nascita si fa risalire al XIV secolo nella Spagna nord-orientale: gli allevatori che portavano a vendere il bestiame al mercato iniziarono a incitare gli animali per velocizzare il loro trasporto. Nel tempo la cosa si trasformò in una gara in un cui gli uomini correvano davanti ai tori guidandoli dentro i recinti e cercando di non farsi incornare. La corsa dei tori si è diffusa in diverse città della Spagna e del Portogallo ed è considerata una tradizione anche nel sud della Francia, in Messico e nello stato del Nevada. Negli ultimi tempi ha suscitato molte polemiche sia da parte degli ambientalisti che denunciano il maltrattamento degli animali, sia per la pericolosità della corsa: dal 1910 15 persone sono morte durante la corsa, mentre ogni anno dalle 200 alle 300 persone vengono ferite scivolando lungo il percorso o a causa degli attacchi dei tori.