La Corte Costituzionale dichiara ammissibile il conflitto sul caso Ruby
Cosa vuol dire e cosa comporta per il processo a carico di Silvio Berlusconi
La Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibile il conflitto di attribuzioni sollevato dalla Camera dei Deputati nei confronti della procura di Milano. Il conflitto era stato sollevato in merito all’indagine e al rinvio a giudizio di cui è oggetto Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio e deputato, accusato di concussione e prostituzione minorile. Dichiarando ammissibile il conflitto di attribuzioni, la Corte apre la strada all’esame del caso. Il verdetto definitivo sarà dato probabilmente in autunno.
Lo scorso febbraio la Camera aveva deciso a maggioranza da negare ai pm l’autorizzazione a perquisire l’ufficio di Giuseppe Spinelli, collaboratore del premier, suggerendo che la procura di Milano non avrebbe la competenza per occuparsi dei reati commessi da Silvio Berlusconi nell’esercizio delle sue funzioni di capo del Governo. Il tribunale di Milano sostiene che è sua prerogativa giudicare sulla ministerialità di un reato. La Corte Costituzionale dovrà stabilire a chi spetta la competenza.
È probabile che la difesa di Berlusconi chieda adesso la sospensione del processo fino alla decisione della Corte Costituzionale. L’ammissibilità del conflitto di attribuzioni non obbliga la procura a sospendere il processo, ma gliene dà la facoltà. In passato il tribunale di Milano ha approfittato di questa facoltà, come nel caso del sequestro di Abu Omar, e non l’ha fatto in altre circostanze, come nel processo SME. La decisione spetta al collegio dei giudici della quarta sezione penale, presieduto da Giulia Turri. Il procuratore di Milano, Edmondo Bruti Liberati, ha fatto già sapere, negli scorsi mesi, di non considerare opportuno sospendere il processo a carico di Silvio Berlusconi, per il quale è stato disposto il rito immediato.
foto: Mauro Scrobogna /LaPresse