L’affare Pronzato si allarga
Un imprenditore avrebbe ammesso di avere finanziato indirettamente più esponenti del PD, sperando di ottenere da loro vantaggi e favori
Ci sono nuovi e importanti sviluppi relativamente al cosiddetto caso Pronzato, l’inchiesta della procura di Roma che ha portato all’arresto di Franco Pronzato, consigliere di amministrazione dell’ENAC, ex dirigente del ministero dei Trasporti, considerato amico e consigliere di lunga data dell’attuale segretario del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani.
La procura indaga su presunte irregolarità legate all’assegnazione di un appalto per i voli di collegamento tra Roma e l’Isola d’Elba. Da Pronzato, il caso si è rapidamente allargato a due altri personaggi. Uno si chiama Viscardo Paganelli ed è un imprenditore, socio della compagnia aerea che avrebbe beneficiato del presunto comportamento irregolare di Pronzato. L’altro si chiama Vincenzo Morichini, consulente e lobbista, ex dirigente di Ina-Assitalia descritto più volte come amico personale di Massimo D’Alema (fino a poco tempo fa era comproprietario con lui della barca Ikarus). Morichini avrebbe fatto da mediatore tra la compagnia aerea e l’ENAC, nella persona del consigliere di amministrazione Pronzato.
Un foglio sequestrato a Paganelli, del quale lo stesso imprenditore ha riconosciuto la paternità, reca i nomi e i cognomi di alcuni personaggi politici – “sette esponenti del PD”, si legge sui giornali – accanto ad alcune cifre. Si è già detto di come, stando a quanto ha appurato la procura fino a questo momento, Morichini raccogliesse fondi da vari imprenditori a favore della fondazione ItalianiEuropei, promossa e presieduta da Massimo D’Alema, e di altri politici, promettendo che a quelle donazioni sarebbero seguite agevolazioni e favori di varia natura. Viscardo Paganelli ha ammesso di aver versato i soldi della cosiddetta “tangente ENAC” a Morichini, che a sua volta ha ammesso di aver girato in parte quei soldi a Pronzato, che a sua volta ha ammesso di averli ricevuti prendendoli per un “regalo di Natale”. La notizia di oggi è che l’imprenditore ha ammesso anche gli altri versamenti annotati su carta.
Di questi finanziamenti, 20.000 euro sarebbero andati alla presidente dell’Umbria, Catiuscia Marini, 20.000 all’evento Umbria Jazz, e 15.000 a Roberto Gualtieri, eletto nel 2009 europarlamentare per il Partito Democratico. Ci sono altri nomi nella lista, che non sono ancora emersi. I politici di cui sopra, però, hanno smentito alla stampa di avere mai avuto a che fare con Paganelli. La circostanza è spiegata così da Carlo Bonini su Repubblica.
Quel denaro, appunto, venne sollecitato dal solo Vincenzo Morichini, e a lui, quale unico intermediario, fu consegnato. A ben vedere, è un passaggio cruciale. Per almeno due motivi. Il primo: perché, così ricostruito, il passaggio di denaro è in grado di spiegare l’indignazione con cui la Marini e Gualtieri hanno stigmatizzato la loro presenza nell’elenco, sostenendo (verosimilmente a ragione) di non aver mai avuto a che fare con Paganelli. Il secondo: perché questa circostanza rimette al centro della storia Vincenzo Morichini.
Bonini scrive che Morichini nel PD non era “uno sconosciuto” e che tutti “lo rispettavano” per il suo rapporto con Massimo D’Alema. “Il punto è”, scrive Bonini, “qualcuno gli chiedeva da dove arrivassero quei soldi in contanti con cui contribuiva alle spese elettorali dei candidati del partito? E questo denaro venne regolarmente iscritto nei bilanci delle campagne elettorali?”
Un ultimo aggiornamento, relativo alla questione dei voli offerti gratuitamente a Massimo D’Alema. Lo staff del presidente del COPASIR e deputato del PD ha confermato di avere usufruito in cinque occasioni e a titolo gratuito di voli privati offerti dalla compagnia aerea di Paganelli, la Rothkopf. Durante l’interrogatorio di ieri, però, Paganelli avrebbe detto che nessuno ha mai viaggiato gratis con la sua società, “come risulta anche dalla contabilità aziendale”.
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foto: Marco Merlini / LaPresse