I conti dell’Italia, visti da fuori
Il Wall Street Journal ha dato un'occhiata a un po' di dati e non ha visto niente di buono all'orizzonte
Il Wall Street Journal ha dato un’occhiata ai conti dell’Italia e non ha visto niente di buono all’orizzonte. Il tasso di disoccupazione cresce e la manovra da 47 miliardi di euro proposta dal governo – accolta con tiepida fiducia da parte degli organismi internazionali – non sembra in grado di risolvere i problemi economici del paese.
Con una spesa pubblica che ammonta a circa la metà della produzione economica del paese, i tagli prospettati dal governo italiano comportano sì potenziali risparmi ma anche una riduzione del prodotto interno lordo, che è nel primo trimestre del 2011 è cresciuto soltanto dello 0,1 per cento: ben lontano dalle previsioni del governo. Standard & Poor’s ha nuovamente espresso un giudizio negativo sul debito pubblico italiano, che al momento ammonta a quasi il 120 per cento del prodotto interno lordo.
Le ultime proiezioni di crescita del PIL prospettate dal governo italiano – dall’1,5 per cento in su nel 2013 e nel 2014 – lasciano molte perplessità, sostiene il Wall Street Journal, e potrebbero rivelarsi altrettanto distanti dalla realtà.
La disoccupazione ha ricominciato a crescere da maggio, raggiungendo l’8,1 per cento, e il numero di persone che cercano lavoro senza trovarlo ha ormai superato i due milioni. Anche la produzione industriale è scesa di quasi tre punti percentuali soltanto da maggio a giugno. «Ci aspettiamo che la debolezza dell’economia italiana diventi un problema in futuro», ha detto Ken Wattret, economista alla BNP Paribas. «Il fatto che le esportazioni siano ancora del 13 per cento sotto il livello del picco pre-crisi è l’esempio più lampante dei problemi che l’Italia sta affrontando».
Il problema è che una crescita così lenta limita l’efficacia di eventuali tagli alle tasse per ridurre il debito. Un errore al ribasso di mezzo punto percentuale in quattro anni nelle previsioni di crescita porterebbe a un rapporto tra deficit e PIL del 10 per cento più alto rispetto alle previsioni. “Questa è praticamente la storia italiana degli ultimi anni”, scrive il Wall Street Journal.