I numeri (pessimi) della stagione turistica sarda

La Nuova Sardegna riassume la guerra dei traghetti di quest'anno e i suoi risultati

La stagione del turismo in Sardegna quest’anno è stata minata dagli aumenti dei prezzi delle compagnie di navigazione e dal tentativo da parte della Regione di lanciare un servizio proprio con il traghetto “Scintu”. Sabato la Nuova Sardegna ne riassumeva i risultati fino a questo punto.

L’effetto Scintu su un’estate spenta riesce solo in parte ad attenuare la deriva dei trasporti. La Flotta sarda è servita da calmiere, da offerta speciale che ha costretto i privati ad abbassare il prezzo. Il cartello si è sbriciolato. Ma a leggere i dati dei passeggeri che hanno scelto la nave della Regione i numeri sembrano piccoli, piccoli. In 15 giorni 10mila passeggeri e 3200 auto. Molti speravano in qualcosa di più. Difficile sperare di salvare la stagione con questi numeri. Dal 15 giugno al 31 sono arrivate 7mila persone, più o meno 470 a viaggio e 2300 auto. Scintu può portare 800 passeggeri. A partire sono stati in 3070, più o meno 200 a viaggio, una percentuale di riempimento sotto il 30 per cento. Ma l’esperienza della flotta sarda, costo al giorno di 50mila euro per traghetto, non si può considerare un flop. Un risultato lo ha ottenuto. Tutti i prezzi sono calati. Anche se i dati sui primi 5 mesi dell’anno presentati dal presidente dell’autorità portuale Paolo Piro, in consiglio comunale, sono da catastrofe. Meno 27 per cento di navi e meno 21 per cento di passeggeri. Tradotti in numeri assoluti sono 130mila persone in meno. E giugno non sembra registrare inversioni di tendenza. E che le posizioni siano frammentate si comprende anche dagli interventi nel consiglio comunale aperto sui trasporti. «L’idea di una flotta sarda è importante – dice Masino Fresi, Cisl trasporti -, ma la Regione non deve fare l’armatore». Durissimo il presidente della commissione Urbanistica e trasporti in Regione, Matteo Sanna. «La realtà non viene detta – spiega -. La Regione non ha mai fatto un piano dei trasporti. Ora si trova a fare l’armatore, ma senza sapere bene cosa fare. Basta ricordare che la giunta Cappellacci ha cambiato in 2 anni tre assessori ai trasporti. Le navi scelte non sono adatte. Solo 100 cabine, 50 persone di equipaggio, 50 mila euro al giorno di costi per nave. E la certezza che arrivati a settembre la rotta cesserà e non si capisce chi dovrà pagare i costi». Anche gli armatori privati, più volte messi sotto accusa, lanciano la loro offensiva.

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