Gli afroamericani che lasciano Harlem
Preferiscono sempre di più la periferia ai quartieri storici delle grandi città e le famiglie più giovani hanno meno bambini
Secondo l’ultimo censimento della popolazione americana, il numero dei bambini neri che vivono nelle grandi città è diminuito drasticamente negli ultimi dieci anni. A New York la percentuale è diminuita del 22,4 percento, a Los Angeles del 31,8 percento, ad Atlanta del 27 percento, a Chicago del 31 percento, a Detroit del 37,6 percento e a Oakland del 42,3 percento.
Gli afroamericani in generale stanno avendo meno bambini, spiegano gli esperti. E la diffusione dei sistemi per la contraccezione ha ridotto notevolmente il numero delle gravidanze in età adolescenziale. Ma in modo ancora più significativo, sempre più spesso le famiglie di giovani genitori neri si stanno spostando dalle città alle zone di periferia. Per molti questo significa strade più sicure, scuole migliori a prezzi più bassi e case più grandi. Lo racconta Associated Press.
«Ho vissuto ad Harlem per sedici anni. Quando arrivai pensavo che fosse la Mecca. Ma col passare del tempo le cose sono diventate sempre più dure: la violenza, la polizia, ho iniziato a essere sempre più frustrata», racconta Rachel Noerdlinger. Alla fine ha deciso di trasferirsi nel tranquillo Edgewater, in New Jersey, portando con sé il figlio di 14 anni. «Gli manca Harlem, è un adolescente ed è cresciuto lì. Edgewater è tranquillo e lui si lamenta sempre. Io invece mi sento in paradiso, lo adoro. Se lo avessi fatto sedici o venti anni fa, oggi sarei una persona totalmente diversa».
Allo stesso modo anche altre città considerate da sempre simbolo della cultura nera hanno visto un notevole cambiamento nella composizione della loro popolazione. Oakland, in California, ha visto un progressivo aumento di asiatici e ispanici. Il sindaco della città, Jean Quan, dà la colpa all’aumento del prezzo delle case. Quan è la prima donna asiatica ad essere diventata sindaco di Oakland – e il secondo sindaco non nero della storia della città. «Quando incontro persone nere in questa zona e chiedo loro se abitano a Oakland», spiega, «mi rispondono: “no, ma ci vivevo”».
La stessa cosa è successa ad Atlanta, dove la popolazione nera che si è spostata dal centro della città ai sobborghi è triplicata negli ultimi dieci anni. «Bisogna avere il coraggio di ammetterlo», spiega David Bositis, ricercatore del Joint Center for Political and Economic Studies «quei quartieri erano anche un modo per tenere la popolazione nera a distanza, ma ora queste barriere stanno cadendo. La maggior parte dei giovani afroamericani va all’università. Le famiglie si spostano nei sobborghi perché vogliono avere accesso a scuole migliori per i loro figli».