Che aria tira a Libero
Il direttore Belpietro ha comunicato alla redazione la chiusura delle pagine romane e un investimento più massiccio sul web
Il Comitato di redazione di Libero, l’organo che rappresenta l’assemblea dei giornalisti, ha diffuso ieri questa lettera per informare la redazione di quanto comunicato dal direttore Maurizio Belpietro. Ci sono dentro alcune interessanti notizie sullo stato del giornale e sulle sue decisioni strategiche per il futuro. Nelle scorse settimane si era parlato di Libero soprattutto per via dei rapporti tra Belpietro e Vittorio Feltri, che era arrivato dal Giornale acquistando persino una quota della società editoriale per poi lasciare dopo pochi mesi, proprio per ritornare al Giornale. Cosa che può essere utile sapere: la concessionaria pubblicitaria Visibilia, di cui si parla a un certo punto relativamente alle minori entrate pubblicitarie, è quella di Daniela Santanché.
Da tre anni il quotidiano Libero non riceve finanziamenti statali pari a 6-7 milioni di euro annui. Motivo per cui, secondo il direttore, il quotidiano ha chiuso il bilancio 2010 in rosso (oltre un milione di euro). Belpietro ha anche evidenziato che gli introiti pubblicitari previsti per il 2010 assicurati dalla precedente concessionaria pubblicitaria [la Visibilia, ndr] non sono stati rispettati. E che il cambio di concessionaria (deciso lo scorso giugno) ha consentito un miglioramento della raccolta pubblicitaria (rimasta pur sempre in negativo rispetto alle iniziali previsioni). Miglioramento che dovrebbe mantenersi tale anche nel corso del 2011.
Se la raccolta pubblicitaria del quotidiano è stata negativa, al contrario, sempre secondo il direttore, le entrate pubblicitarie per il settore digitale sono aumentate del 200% passando dai 50 mila a 400 mila euro (dati lordi) nel 2010 con una previsione di crescita fino a 800 mila euro nel 2011. Introiti che hanno spinto il direttore a investire fortemente nel digitale a spese della Cronaca di Roma.
Il direttore ha infatti comunicato che, a partire dal 31 luglio, la Cronaca di Roma sarà chiusa perché improduttiva, perché poco competitiva e per esiguità di risorse ed investimenti sia sul fronte pubblicitario sia di vendite. Con la chiusura della Cronaca di Roma i sei giornalisti attualmente in organico saranno trasferiti in blocco a Milano presso la redazione web e sotto la direzione di Pietro Senaldi.
foto: Marco Merlini / LaPresse