Anche Cuomo interviene sul nucleare
Il governatore dello stato di New York vuole chiudere l'impianto di Indian Point, uno dei meno sicuri degli USA
La scorsa settimana uno dei più stretti collaboratori di Andrew M. Cuomo, governatore dello stato di New York, ha incontrato i responsabili dell’impianto nucleare di Indian Point e ha detto loro che il governatore intende chiuderlo. Cuomo sostiene in pubblico la necessità di chiudere l’impianto da almeno dieci anni ma non c’è mai stato un annuncio concreto. La crisi nucleare giapponese ha riportato d’attualità il dibattito anche negli Stati Uniti e a New York.
I due reattori attivi oggi nella centrale di cui si parla, Indian Point 2 e Indian Point 3 (Indian Point 1 fu chiuso nel 1974), sono una fonte di energia fondamentale per New York City, fornendo circa il 25% del suo fabbisogno. La centrale si trova circa 55 km a nord della città, vicino alla cittadina di Buchanan. Rispetto alle altre 66 centrali nucleari statunitensi, Indian Point è quella che si trova nella zona più densamente popolata. Attualmente è gestita dalla società Entergy. Alla centrale si sono avuti in passato diversi piccoli incidenti, tanto da farla entrare nella lista dei peggiori impianti nucleari degli Stati Uniti. Tre anni fa una ricerca della Columbia University ha segnalato che Indian Point è tra gli impianti più a rischio in caso di terremoto.
Le licenze quarantennali di esercizio per i due reattori scadranno nel 2013 e nel 2015. L’Atomic Energy Act del 1954 dà solo al governo federale la possibilità di decidere sulla sicurezza delle centrali, ma gli stati hanno sempre avuto il diritto di approvare o disapprovarne la costruzione, esattamente come fanno per qualsiasi altra centrale energetica. In passato, diversi stati hanno fatto dei referendum per chiudere alcuni impianti, ma proposte simili non sono mai state approvate.
Nel caso di Indian Point, l’amministrazione del singolo stato può forzare la chiusura dell’impianto indirettamente, negando il permesso di utilizzare l’acqua del fiume Hudson per il raffreddamento. Ogni giorno la centrale ha bisogno di circa 9,5 miliardi di litri di acqua, che poi reimmette nel fiume. Già lo scorso anno il dipartimento dello stato per l’ambiente ha rifiutato un permesso simile alla Entergy, che ha presentato ricorso in tribunale.
Rimpiazzare l’impianto di Indian Point, ad ogni modo, non sarà facile, e richiederà una programmazione a lungo termine. L’amministrazione è al lavoro in questi giorni per approvare una nuova legge che preveda nuovi impianti energetici intorno alla città, un provvedimento che mancava dal 2003, ma i piani per la costruzione di nuove infrastrutture hanno già incontrato diverse critiche.
Mario Tama/Getty Images