La giornata campale di Giulio Tremonti
Perché oggi il ministro dell'Economia si gioca la permanenza al Governo
Repubblica dice che questo di oggi per il Governo è “il giorno della verità”. Il Corriere della Sera dice che è “una delle giornate più lunghe e, certamente, più difficili per la maggioranza” nonché una “giornata campale”. Repubblica aumenta il carico aprendo la sua prima pagina con le possibili dimissioni di Giulio Tremonti. E quindi vale la pena capire bene di cosa parliamo e perché questa giornata è così importante.
Cosa succede oggi
In mattinata Giulio Tremonti incontrerà Umberto Bossi, nella speranza di ottenere il consenso della Lega sulla manovra. Poi, a mezzogiorno, il ministro dell’Economia illustrerà ai leader di PdL, Lega Nord e Responsabili il contenuto della legge finanziaria triennale da 43 miliardi. Questa sarà ufficialmente presentata nella riunione del Consiglio dei ministri prevista per dopodomani, giovedì, ma sarà anticipata ai ministri oggi dalle 18,30 in poi. La manovra finanziaria, poi, dovrebbe portare con sé anche la cosiddetta riforma fiscale e la rimodulazione delle aliquote.
La manovra finanziaria
Mettiamo in fila le cose che si sanno della manovra finanziaria. Primo: che sarà da 43 miliardi di euro, la cui distribuzione sarà però non omogenea nel corso dei prossimi tre anni. Tre miliardi nel 2011, cinque nel 2012, 20 nel 2013 e 15 nel 2014. I sacrifici, quindi, arriveranno tra il 2013 e il 2014. Le elezioni politiche si terranno non oltre il 2013, quindi in sostanza la proposta di Tremonti rimanda le misure più pesanti al prossimo Governo, qualunque esso sia, cercando di godere adesso della fiducia dei mercati a fronte di una manovra così pesante. Come sarà garantito il reperimento delle risorse si saprà per certo soltanto con la presentazione ufficiale del testo, ma i giornali fanno diverse ipotesi. Si parla di anticipare al 2013 l’automatismo volto ad allineare età pensionabile e aspettattive di vita, che porta ad aumentare l’età pensionabile di tre mesi ogni tre anni. Si parla dell’aumento delle contribuzioni per i parasubordinati, cioè i precari, i contratti co.co.co e co.co.pro. Prosegue Repubblica:
Per la sanità si conta sulla riduzione delle spese legata all’introduzione dei costi standard federali e della spesa farmaceutica. Previsti inoltre: il blocco degli aumenti del pubblico impiego nel 2013-2014, la riduzione della spesa dei ministeri, la soppressione di enti come l’Ice e l’abolizione di altre strutture pubbliche. Tagli in vista naturalmente per la spesa dei ministeri, dei Comuni e per i costi della politica. Colpito anche il Mezzogiorno con la riduzione ulteriore dei fondi Fas.
La riforma fiscale
La proposta è sempre la stessa: sostituire tre aliquote alle cinque attuali. Una da 20 per cento, una da 30 per cento e una da 40 per cento. Il livello dei tre scaglioni di reddito non è ancora noto e potrebbe far variare le minori entrate dagli 11 ai 24 miliardi di euro. Da recuperare probabilmente con l’aumento dell’IVA di un punto percentuale, con l’eliminazione o l’accorpamento di alcune detrazioni fiscali, forse persino con l’innalzamento al 20 per cento della tassazione sulle rendite finanziarie, vecchia proposta di PD e IdV. Si discute anche della possibilità di abolire l’IRAP, la tassa regionale sulle attività produttive, dal 2013 in poi.
Il gradimento della maggioranza
Tutti questi “probabilmente” e “si parla” sono necessari perché anche questa volta il ministero dell’Economia ha fatto trapelare poco sul contenuto della manovra finanziaria e della riforma fiscale: non solo alla stampa ma anche al Parlamento e ai suoi alleati di Governo. Questa volta, però, è chiaro che la maggioranza chiede maggiore condivisione e minaccia di bocciare Tremonti (e da qui la resistenza di Tremonti, che secondo Repubblica sarebbe “pronto alle dimissioni”). La Lega per il momento considera la manovra irricevibile, specie per via del mancato allentamento del patto di stabilità interno per i comuni virtuosi, chiesto a Pontida. Nei giorni scorsi c’erano state le dichiarazioni del sottosegretario Crosetto, secondo cui la manovra Tremonti era “da psichiatra”.
Nel frattempo
L’Italia non se la passa bene. È bastata la minaccia di un ribasso del rating per fare precipitare i mercati, la settimana scorsa. Questa mattina l’asta dei Buoni del Tesoro Poliennali, scrive Repubblica, “avrà addosso gli occhi di tutti gli addetti ai lavori”. Ieri la differenza di rendimento tra i BTP italiani e i corrispondenti titoli tedeschi, il cosiddetto spread, ha toccato il massimo storico dall’introduzione dell’euro: 223 punti. L’asta di BOT e CTZ in programma ieri ha avuto esito positivo sul fronte della domanda ma negativo su quello dei rendimenti. “È una spirale di scarsa fiducia che si autoalimenta”, scrive Federico Fubini sul Corriere della Sera.
foto: Mauro Scrobogna /LaPresse