L’inchiesta Bisignani e la Finanza
Perché i pm hanno messo sotto indagine il capo di Stato maggiore
Il principale sviluppo di ieri relativo all’inchiesta sulla cosiddetta “loggia P4” riguarda il capo di Stato maggiore della Guardia di Finanza, Michele Adinolfi, iscritto nel registro degli indagati e accusato dai pm di Napoli di essere una delle fonti – se non addirittura la fonte – di Luigi Bisignani, il lobbista e faccendiere attorno al quale ruota la rete di relazioni sospettata di essere un’associazione segreta. La spiegazione più chiara sui giornali di oggi si trova su Repubblica ed è quella scritta da Carlo Bonini.
Bonini racconta che Adinolfi ha ricevuto un avviso di garanzia all’inizio della settimana e mercoledì è stato messo a confronto con Marco Milanese. Milanese è molte cose: deputato del PdL, ex ufficiale della Guardia di Finanza, indicato dallo stesso Bisignani come una delle sue fonti, nonché “storico consigliere del ministro Giulio Tremonti”.
Non è tutto. Nella vicenda, per come al momento è possibile ricostruirla, sono coinvolti un secondo generale della Guardia di Finanza, Vito Bardi (oggi comandante interregionale per l’Italia meridionale, per altro già ripetutamente citato nelle carte dell’inchiesta come uno dei contatti di Alfonso Papa), e il giornalista Pippo Marra, presidente dell’agenzia di stampa “Adn Kronos”, anche lui indicato nell’ultimo interrogatorio di Bisignani come «l’amico» che gli intimò di «non parlare più al telefono». Come il generale Adinolfi, l’uno (Bardi) e l’altro (Marra) sono indagati per rivelazione di segreto di ufficio e favoreggiamento.
Adinolfi viene messo a confronto con Milanese che a sua volta era stato già sentito dai pm di Napoli. A questi aveva detto di avere saputo che il generale Bardi aveva informato Adinolfi del fatto che ci fosse un’inchiesta su Bisignani. Adinolfi, quindi, avrebbe contattato il giornalista Marra perché dicesse a Bisignani di “tacere al telefono”. I sospetti reati sono due, in questo caso: violazione del segreto istruttorio e favoreggiamento.
Il rischio, sospettato dai pm, è che il coinvolgimento di Adinolfi dimostri l’esistenza di una significativa rete di informatori all’interno della Guardia di Finanza. Anche perché più volte nelle carte dell’inchiesta saltano fuori altri ufficiali o ex ufficiali dell’arma. Sia Bonini su Repubblica che il Corriere della Sera raccontano di una cena a Napoli alla presenza di Bardi e di altri due generali, Giuseppe Zafarana e Giuseppe Grassi. Con loro anche Adriano Galliani (la cena seguiva una partita di calcio tra Napoli e Milan). Un’altra volta si parla di una cena con Adinolfi e il generale Spaziante. Il filo che tiene insieme Luigi Bisignani e queste due cene sarebbe Luigi Matacena, presente a entrambe le serate, che Bonini definisce “una delle vittime delle minacce estorsive di Alfonso Papa”, il deputato PdL per i quali i pm hanno chiesto l’arresto, nonché “imprenditore con un passato da evasore nella Lista Falciani“.