«La mia nuova linea politica»
Antonio Di Pietro sancisce il nuovo corso "non di sinistra" e di dialogo con la maggioranza in due interviste al Corriere della Sera e alla Stampa
Sul Corriere della Sera di oggi c’è un’intervista di Aldo Cazzullo ad Antonio Di Pietro che – a differenza della gran parte delle rituali interviste a leader politici sui giornali – sembra poter avere un rilievo negli sviluppi della politica, e raccontare qualcosa che forse sta cambiando: lo stesso Di Pietro chiama “la mia nuova linea politica” gli indizi di un nuovo atteggiamento notati nei giorni scorsi. E cose simili Di Pietro le dice anche nell’intervista data a Fabio Martini sulla Stampa.
Mi hanno colpito molto gli interventi alla Camera di Bersani e pure di Casini. «Berlusconi fa il male dell’Italia, Berlusconi se ne vada». Sono le stesse parole che dissi io in piazza Navona tre anni fa, all’inizio della legislatura. Allora Bersani e Casini dicevano che ero troppo antiberlusconiano, e così facendo aiutavo Berlusconi. L’hanno ripetuto anche quando mi sono inventato i referendum. Ora che 27 milioni di italiani hanno detto no a Berlusconi, loro hanno preso coraggio. Io cerco di essere anche stavolta un passo avanti. Dire no a Berlusconi non è più sufficiente. Dobbiamo costruire un’alternativa. Per questo voglio parlare a tutti gli italiani».
Antonio Di Pietro, alla Camera il premier le si è seduto accanto. Si sono congratulati con lei Cicchitto, Colucci, Lupi.
«Oddio, dove ho sbagliato…».
E Giuliano Ferrara la benedice: «Habemus statistam».
«Ferrara? Davvero? Comunque, non confondiamo le cose. Un conto è la mia nuova linea politica. Un altro è la chiacchierata con Berlusconi. Io sono sempre rimasto al mio banco. Stavo telefonando. È stato lui a sedersi vicino a me, scherzando sul fatto che voleva intercettarmi. Mi ha ripetuto che il governo ha fatto molto, che con questo debito pubblico non poteva fare di più. Io gli ho risposto che farebbe meglio ad andarsene».
Vi date del lei?
«Certo. Ci mancherebbe altro».
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