Il presidente romeno attacca re Michele I
Basescu ha accusato l'ex monarca esiliato dal comunismo di complicità con le persecuzioni degli ebrei
Il presidente della Romania, Traian Basescu, ha accusato l’ex re romeno, Michele I, di essere responsabile dello sterminio di ebrei e zingari che si verificò nel paese durante la Seconda guerra mondiale e di essere un «lacchè russo». Le dichiarazioni, rilasciate mercoledì nel corso di in un’intervista con una televisione romena, hanno fatto molto scalpore nel paese, che riconosce un ruolo importante a re Michele I nella propria storia. Fu lui infatti a firmare nel 1944 l’armistizio con gli Alleati, dopo avere deposto l’allora primo ministro Ion Antonescu: Basescu lo ha indicato come un atto che consegnò il paese ai russi.
Durante la Seconda guerra mondiale il regime di Antonescu aveva aderito al Patto Tripartito e affiancato la Germania di Hitler. Quando nel 1944 l’Armata Rossa arrivò ai confini del paese, Antonescu fu destituito con un colpo di stato orchestrato da re Michele, che poi firmò l’armistizio. L’allora presidente degli Stati Uniti, Harry Truman, gli assegnò il più alto grado della Legione di Merito e Stalin lo decorò con l’Ordine della Vittoria Sovietico per il coraggio personale nel rovesciare Antonescu, e per aver posto fine alla guerra della Romania contro gli Alleati. Il colpo di stato aveva infatti permesso alle truppe sovietiche di avanzare più rapidamente in Romania e in Europa.
Nel marzo 1945 la pressione politica obbligò Michele I a nominare un governo filosovietico dominato dal Partito comunista romeno. Nel 1947 fu costretto ad abdicare e lasciare la Romania, dove rientrò accolto trionfalmente alla caduta del regime di Ceausescu. I rapporti tra il presidente Basescu e l’ex monarca sono diventati più tesi da quando il genero di Michele I si candidò alle elezioni presidenziali del 2009. Michele I, che compirà 90 anni il prossimo ottobre, è uno dei pochi monarchi del periodo della Seconda guerra mondiale ancora in vita.