Guida ai mondiali di calcio femminile
Le cose da sapere sul torneo FIFA che inizia domenica in Germania
Domenica inizieranno in Germania i mondiali FIFA di calcio femminile, a cui parteciperanno 16 squadre. La grande favorita di questa edizione è la squadra di casa, già campione nelle ultime due edizioni (Stati Uniti 2003 e Cina 2007). La popolarità del calcio femminile è in grande crescita negli ultimi anni e i tornei internazionali diventano più competitivi di edizione in edizione: è il caso di prepararsi a Germania 2011, aiutandosi con la guida alle sedici squadre partecipanti del Wall Street Journal. La finale si giocherà a Francoforte sul Meno il 17 luglio. C’è anche l’album di figurine, per questa edizione, ma purtroppo è disponibile solo in Germania. Diciamo subito che l’Italia non si è qualificata, ma Carolina Morace, ex calciatrice della Nazionale italiana e commentatrice televisiva, allena dal 2009 il Canada, con cui ha vinto il titolo della CONCACAF (la federazione calcistica del Nord, Centro e Sudamerica) lo scorso anno. Una squadra solida ma con poche possibilità di vittoria.
I gironi
Gruppo A: Germania, Canada, Nigeria, Francia
Gruppo B: Giappone, Nuova Zelanda, Messico, Inghilterra
Gruppo C: Stati Uniti, Corea del Nord, Colombia, Svezia
Gruppo D: Brasile, Australia, Norvegia, Guinea Equatoriale.
Le favorite
Germania – La Germania domina le competizioni internazionali da diversi anni, anche grazie a investimenti e programmazione sportiva che non hanno uguali nel mondo. Quest’anno gioca in casa e la sua vittoria è data quasi per certa. La federazione calcistica tedesca (DFB, Deutscher Fußball-Bund) impiega circa venti persone a tempo pieno nel calcio femminile, con un sistema di reclutamento che va a caccia di giovani talenti e le fa allenare insieme ai ragazzi. Le star si chiamano Kim Kulig, Inka Grings e Birgit Prinz. Prinz ha 33 anni e ha segnato 14 gol nelle precedenti edizioni del mondiale. Nel 2007 la Germania vinse il mondiale senza aver preso neanche un gol.
Inghilterra – L’Inghilterra sta cercando di seguire il sistema tedesco e negli scorsi due anni ha investito circa 3,5 milioni di euro nel calcio femminile. Gli effetti iniziano a vedersi: le Tre Leonesse, questo il soprannome della squadra, sono arrivate in finale agli Europei del 2009 (persa contro la Germania) e hanno sconfitto gli Stati Uniti per 2-1 in un’amichevole dello scorso aprile. Non perdono da dieci partite. La star è l’attaccante Kelly Smith, ma la difesa non è delle più affidabili.
Stati Uniti – La nazionale statunitense guida la classifica FIFA – in America il calcio è lo sport delle ragazze – ma il dominio assoluto degli anni Novanta fa parte ormai del passato, nonostante la vittoria della medaglia d’oro alle Olimpiadi di Pechino. I punti di forza della squadra sono il portiere Hope Solo e l’attaccante Abby Wambach, molto forte nel gioco aereo.
Brasile – La nazionale femminile brasiliana non è competitiva quanto quella maschile: la federazione ci investe poco e pochissimi club hanno un settore per le ragazze. Nell’ultimo anno, “As Canarinhas” (le Canarine) non hanno giocato insieme neppure una volta. Il Brasile femminile, manco a dirlo, è forte soprattutto in attacco, con la coppia formata da Marta Vieira da Silva, cinque volte vincitrice del titolo di Giocatrice dell’anno, e Cristiane.
Un po’ di storia
Il mondiale femminile è solo alla sua sesta edizione: la prima si tenne in Cina nel 1991, vi parteciparono dodici squadre e la vinsero gli Stati Uniti. La superiorità della squadra statunitense era piuttosto netta: ai quarti batterono Taiwan per 7-0 e in semifinale la Germania per 5-2. La finale fu contro la Norvegia, e gli USA vinsero 2-1.
Della squadra statunitense facevano parte anche Mia Hamm, allora diciannovenne, e Michelle Akers, all’apice della carriera: segnò entrambe le reti della finale (vinta 2-1 contro la Norvegia), cinque delle sette contro Taiwan e fu capocannoniere del torneo con dieci reti. Hamm e Akers sono le uniche due giocatrici inserite da Pelé nella lista dei 125 giocatori più grandi di sempre, e le uniche a rappresentare gli Stati Uniti, che non hanno giocatori uomini in lista.
Gli Stati Uniti vinsero di nuovo il titolo nel 1999, ai rigori, contro la Cina: davanti a 90.000 spettatori al Rose Bowl di Pasadena, Brandi Chastain segnò il rigore decisivo e si tolse la maglietta per esultare, guadagnando una celebre copertina di Sports Illustrated e molta popolarità, soprattutto negli Stati Uniti, per il calcio femminile.
Durante gli anni Novanta il mondiale si decideva tra gli Stati Uniti e le squadre dei paesi scandinavi, e la differenza la faceva soprattutto la preparazione atletica piuttosto che le capacità tecniche o di organizzazione della squadra. Nel 1995 i mondiali si tennero in Svezia e li vinse la Norvegia, già finalista nell’edizione precedente. Ma il sistema tedesco di allenamento e di reclutamento delle giocatrici ha cambiato gli equilibri negli ultimi dieci anni.
(AP Photo/Michael Probst)