Bin Laden voleva cambiare nome ad Al Qaida
L'organizzazione aveva un problema di immagine, a quel che pensava il leader nei suoi ultimi scritti
Negli ultimi mesi prima di essere scoperto e ucciso nel suo nascondiglio ad Abbottabad, in Pakistan, Osama bin Laden si era lamentato per la scarsa presa del nome “al Qaida” tra i musulmani, tanto da ipotizzare un cambiamento del nome dell’organizzazione terroristica. Una sorta di operazione di marketing per dare una identità più forte e recuperare consensi nell’area islamica, puntando maggiormente su un nome che ricordasse il jihad.
Analizzando i documenti recuperati nel covo del terrorista, i servizi segreti statunitensi hanno trovato una lettera in cui bin Laden ammetteva che il semplice nome “al Qaida”, letteralmente “la Base”, era privo di un richiamo diretto alla religione, a qualcosa in grado di comunicare con immediatezza ai musulmani di tutto il mondo la necessità di proseguire una guerra santa contro gli Stati Uniti e il resto dell’Occidente. Nella lettera, il terrorista ragionava sulla possibilità di adottare un nuovo nome come “Taifat al-Tawhed Wal-Jihad”, traducibile a spanne come “Gruppo per il monoteismo e il jihad”. Un’altra ipotesi era “Jama’at I’Adat al-Khilafat al-Rashida”, che può essere tradotto “Gruppo per la restaurazione del califfato”, spiega Associated Press.
Il nome completo di al Qaida, ricordava nella lettera, era “al Qaida al Jihad”, ma la seconda parte che richiamava la guerra santa si era persa rapidamente per strada per ragioni di praticità nel nominare l’organizzazione terroristica. Secondo bin Laden, i governi occidentali e i media avevano eliminato la parola jihad per dimostrare di non essere in guerra contro l’Islam.
In un’altra lettera, che si pensa fosse indirizzata ad Ayman al-Zawahiri, braccio destro di bin Laden e ora nuovo capo di al Qaida, Osama spiegava che l’immagine dell’organizzazione terroristica era rimasta danneggiata negli ultimi anni dagli attacchi che avevano coinvolto anche civili musulmani, specialmente in Iraq. Il leader di al Qaida non nascondeva poi la frustrazione per aver perso molti dei propri collaboratori, rimasti uccisi o catturati dagli Stati Uniti e dai loro alleati, cosa che aveva portato all’arrivo di nuovi leader a lui sostanzialmente sconosciuti.