Chi comprerà la EMI
Dopo la Warner, un'altra delle grandi etichette discografiche cambierà di proprietà nei prossimi mesi: i compratori potrebbero essere gli stessi
Pochi giorni fa la multinazionale discografica EMI ha annunciato che sta lavorando a un ulteriore e radicale piano strategico, che la vedrà ancora una volta in vendita, o in alternativa ricapitalizzata o resa pubblica. Il settimanale musicale Billboard si occupa dei possibili compratori dell’azienda.
La EMI ha la sua sede principale a Londra. Riunisce diverse etichette ed è una delle più grandi azienda del settore: fa quindi parte del gruppo delle big four insieme a Universal, Sony e Warner, che complessivamente controlla circa il 70% del mercato mondiale delle vendite musicali.
Da diversi anni anche la EMI è colpita dalla crisi del settore discografico. Dallo scorso febbraio è interamente di proprietà del gruppo finanziario statunitense Citigroup, che la acquistò in grande difficoltà dal precedente proprietario, il fondo di private equity Tierra Firma, e ricapitalizzò l’azienda tagliando il suo debito da 3,4 miliardi di sterline a 1,2 miliardi.
Molti dei possibili acquirenti sono gli stessi che sono stati coinvolti nell’acquisto del Warner Music Group, che è stata acquistata a maggio 2011 dalla Access Industries di proprietà dell’imprenditore russo-americano Len Blavatnik. All’inizio del processo di vendita, ben 37 aziende hanno dimostrato interesse nell’acquisto dell Warner: ventisette hanno iniziato le trattative, e dieci hanno presentato offerte per comprare tutto il capitale azionario o parte di esso. Tra queste, la Access Industries, il fondo Platinum Equity/Gores Group, Yucaipa e Sony Music. L’altra multinazionale discografica, la Universal, si ritirò dopo che il consiglio di amministrazione della Warner espresse l’intenzione di dividere l’azienda in settori e di venderli separatamente, ma alla fine cambiò idea e rimasero tre compratori per l’intera casa discografica: Access, Platinum/Gores e un consorzio formato da Sony, Guggenheim e MacAndrews & Forbes. La spuntò la Access: gli azionisti si dovranno pronunciare sull’offerta il 6 luglio e, in caso di approvazione, i passi successivi saranno definiti entro l’autunno.
Gli stessi concorrenti si faranno nuovamente battaglia per il controllo della EMI. Access dovrebbe essere particolarmente aggressiva, ma sia Universal che Alec Gores, un investitore statunitense nel settore tecnologico, starebbero alzando le loro offerte questa settimana. IMPALA, l’organizzazione no-profit con sede a Bruxelles che riunisce molte piccole e medie etichette musicali indipendenti europee, segue da vicino la trattativa e ha già annunciato che coinvolgerà la Commissione Europea nel controllo della regolarità delle operazioni, per cercare di evitare che si crei un monopolio troppo forte nel settore discografico.
foto: Sion Touhig/Getty Images