Come sta Chávez?
È ricoverato da 11 giorni in un ospedale di Cuba e in Venezuela stanno iniziando a preoccuparsi
In Venezuela i giornali stanno parlando molto delle condizioni di salute del presidente Hugo Chávez, ricoverato da undici giorni in un ospedale cubano dopo essersi sottoposto a quello che era stato descritto come un intervento di routine. Il governo di Caracas continua a dire genericamente che il presidente sta bene e che rientrerà tra pochi giorni, senza annunciare una data precisa. Un rientro di Chávez era già stato annunciato e poi smentito da rettifiche parziali e contraddittorie.
Chávez si era sentito male mentre si trovava in visita a Cuba lo scorso 8 giugno ed era stato trasferito d’urgenza in ospedale. Il governo venezuelano aveva diffuso un comunicato in cui diceva che il presidente aveva subito un intervento per la rimozione di un ascesso pelvico e che si sarebbe rimesso in pochi giorni. Poi non c’erano state più notizie. Soltanto lunedì un membro del suo partito aveva detto che Chávez sarebbe arrivato a Caracas entro poche ore e che gli stava preparando una grande festa di bentornato. Subito dopo l’annuncio è stato smentito. L’ultima immagine di Chávez dopo l’intervento è del 18 giugno, quando il quotidiano cubano Granma ha pubblicato una sua foto in ospedale insieme a Fidel e Raul Castro.
Oggi i giornali venezuelani scrivono di avere appreso da fonti del governo che il presidente tornerà “tra qualche giorno” e sarà trasferito nell’ospedale militare Carlos Avelo di Caracas. Un annuncio che ha fatto aumentare ancora di più i sospetti sulle reali condizioni di salute di Chávez, visto che una semplice rimozione di un ascesso non richiederebbe di per sé dei tempi di recupero così lunghi. L’opposizione vorrebbe che Chávez desse a un suo vice il potere di prendere decisioni in sua assenza.
Le condizioni di salute di Chávez sono particolarmente rilevanti per il Venezuela, soprattutto in vista delle elezioni che si terranno il prossimo anno. Come spiega il Wall Street Journal, Chávez non ha al momento designato nessuno per una sua eventuale successione e se nel 2012 non potesse ricandidarsi, come attualmente previsto, nel suo partito si aprirebbe probabilmente una lunga lotta per il potere.